Pietra Ligure

Finale Ligure e La Riviera delle Palme Savonese

Riviera delle Palme

Finale Ligure

Finale Ligure una delle località più importanti della Riviera delle Palme.
La città è molto ben attrezzata per quanto riguarda l'accoglienza turistica.

L'attuale Finale Ligure si compone di quattro insediamenti un tempo distinti. Finale Marina comprende la città vecchia con edifici storici, palazzi, caruggi e piazze eleganti, la lunga passeggiata e le sue spiagge. A est sorge Finalpia, anch'essa sul mare. Ancora più a est si trova Varigotti, notissima per le spiagge e per il suo antico borgo marinaro. Infine a 2km dal centro di Finale Marina verso l'entroterra sorge Finalborgo, uno degli antichi nuclei medievali meglio conservati in Liguria. Per la sua importanza strategica questo insediamento fortificato è stato il centro politico dell'intero territorio.

Il nome Finale deriva dal latino fines che significa confine. Nell'antichità il capo di Caprazoppa, il punto più a sud del goldo, costituiva infatti il confine fra i territori delle tribù liguri dei Sabazi e quelle degli Ingauni.
Secondo le testimonianze Finale Ligure era abitata già in epoca romana, ma il piccolo insediamento originario acquisì importanza solo nel Medioevo grazie ai marchesi Del Carretto. Fu proprio questo casata a fondare Finalborgo nel 1188 e a eleggerlo capitale del proprio territorio nel XIII secolo.
Nel 1598 Finale passò agli spagnoli che la trasformarono in un importante centro commerciale il cui ruolo fu ulteriormente consolidato con la realizzazione della strada Berretta, nel 1666, verso i possedimenti spagnoli in Lombardia.
Dal 1709 al 1713 la città fu governata dagli austriaci e successivamente dalla Repubblica di Genova.

Per la sua importanza storica dal 2007 Finale Ligure è insignita con Decreto del Presidente della Repubblica con il titolo di Città.

Finalborgo

Dopo essere stata distrutta da Genova nel 1449, Finalborgo venne ricostruita dai marchesi Del Carretto e scelta come residenza di famiglia.

Il centro storico perfettamente conservato risale per lo più al XV secolo ed è ricco di magnifiche piazze, vicoli fioriti e splendide porte che si aprono nelle mura di cinta. Eppure chi visita il borgo non ha l'impressione di trovarsi in un museo, anzi, questo centro storico è ancora molto vivo e frequentato.

La via di accessoa Finalborgo è Porta Reale, risalente al XVII secolo.
Subito dopo si incontra la chiesa barocca di San Biagio, sorta su un edifico gotico precedente di cui sono conservati l'abside e l'insolita torre campanaria ottagonale che si innalzasopra le mura difensive con una leggera inclinazione. La facciata della chiesa è ancora oggi incompiuta, mentre gli ampi interni sono impreziositi da numerosi dipinti, sculture e da un maestoso organo.

Il centro del borgo è costituito dalla splendida piazza Garibaldi, caratterizzata da edifici colorati e da una fontana. Da qui attraverso un arco barocco si raggiunge il vicino Palazzo del Tribunale sull'omonima piazza. Nella stessa piazza si può ammirare la facciata rococò di Palazzo Arnaldi.

Sull'antro versante del borgo si incontra Porta Testa, eretta nel 1452. Poco distante si trova il Convento domenicano di Santa Chiara. Notevole il ciclo di affreschi sulla vita di Maria risalente all'inizio del XV secolo. Ancora più affascinanti i chiostri rinascimentali, dal primo dei quali sia accede al Civico Museo del Finale.

Sopra Finalborgo si trova il possente complesso di Castel Gavone, risalente al XII secolo. Dopo la distruzione portata da Genova i marchesi ne ordinarono la ricostruzione. In questo frangente venne edificata la bellissima Torre dei Diamanti, il cui nome deriva proprio dal suo insolito rivestimento di bugnato. Nel 1714 il castello fu di nuovo al centro di uno scontro con Genova, ma questa volta non venne ricostruito.
Nei dintorni sorge Perti, un antico centro abitato che nel Medioevo godeva di una certa importanza. La chiesa di Sant'Eusebio è composta da una parte barocca e da una gotica più antica con una cripta romanica. Da qui è possibile raggiungere la chiesa di Nostra Signora di Loreto, una costruzione rinascimentale a cinque torri realizzata seguendo il modello della Cappella Portinari di Milano, opera di Donato Bramante.

Finale Marina

Il centro di Finale Marina è la grande piazza Vittorio Emanuele II, che si apre sul mare e sulla quale si erge il monumentale Arco di Margherita d'Austria, costruito nel 1666 in onere dell'infanta di Spagna. Mentre si recava in Austria per sposare l'imperatore Leopoldo I, la futura sovrana passò infatti per Finale.
Sotto i portici della piazza si trova il caffè Caviglia, da sempre uno dei ritrovi più amati della città.
La centrale via Roma è invece ricca di bei negozi e palazzi.

Più all'interno la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista ha una viva facciata barocca decorata a stucco. L'altare principale è rivestito di tarsie marmoree, mentre il coro è impreziosito con intarsi di legno.

Nella parte ovest di Finale Marina, a monte dell'Aurelia, si trovano i resti del Castelfranco, eretto dai genovesi nel XIV secolo. La sua posizione, un tempo direttamente sul mare, è oggi falsata dal progressivo avanzamento della linea costiera nel corso dei secoli.

Finalpia

Finalpia si è sviluppata intorno all'Abbazia di Santa Maria di Pia, citata per la prima volta in un documento storico del 1170. La chiesa abbaziale ha una facciata rococò e conserva il campanile medievale originario.
Nei bei chiostri rinascimentali si trovano colorate opere in terracotta del XVI secolo, realizzate dalla famiglia di artisti fiorentini Della Robbia.

Varigotti

Varigotti è apprezzata meta del turismo: il maggior flusso di villeggianti si registra nel periodo estivo anche se sono numerosi i visitatori che amano trascorrere in questa località periodi di riposo anche nella stagione invernale, che vede un clima usualmente mite e gradevole.

La lunga spiaggia di sabbia situata a est del borgo, in località Malpasso, è detta Baia dei Saraceni ed è considerata tra le più belle della Riviera Ligure di Ponente.

Molto frequentata è anche la spiaggia allungata ad ovest del promontorio di Punta Crena: larga e fitta di stabilimenti balneari, ha anche quella che viene considerata la più ampia singola spiaggia libera (intesa come spazio fra stabilimenti) della Liguria. In effetti si ritiene che l'abitato stesso di Varigotti, fino all'interramento del porto (che sorgeva dove oggi si trova la Baia dei Saraceni) si trovasse sul versate est della montagna e sull'attigua selletta, dove sopravvivono resti medievali datati al XV secolo. Fu successivamente che l'abitato si distese in modo pressoché esclusivo dall'altro lato.

Nell'antico borgo si distingue la chiesa di San Lorenzo, antica parrocchiale di Varigotti.

Noli

Il promontorio di Capo Noli fu colonizzato dai Romani che vi costruirono un cantiere navale tra il 15 e il 10 a.C.

E' da ricercarsi nel VI sec. la probabile fondazione di Neapolis sotto la dominazione bizantina in Liguria, per dare ospitalità alle popolazioni lombarde in fuga dai barbari.

Nel 967 nasce la Marca Aleramica: il territorio è inserito nei domini del ramo savonese dei Del Carretto.

Noli appare per la prima volta in un documento con il nome Naboli, è il 1004. Agli inizi del sec. XI si sviluppa sulle pendici del Monte Ursino il primitivo abitato feudale e viene costruita la chiesa di San Paragorio.

Nel 1099 Noli partecipa alla prima Crociata traendone ricchezze e privilegi. Cresce l'abitato sulla marina.

Nel 1192 nasce il libero Comune.
Tradizione vuole l'atto di cessione dei beni dei marchesi Del Carretto sia stato rogato il 7 agosto nella chiesa di San Paragorio.

E' del 1202 l'affermazione di Noli come Repubblica marinara è il frutto dell'alleanza del Comune, guelfo, con la potente Repubblica di Genova, e contro Savona e il marchesato del Finale, ghibellini.

Papa Gregorio IX nel 1239, come riconoscimento per l'aiuto prestato dai nolesi nella guerra contro Federico II, eleva Noli al rango di sede vescovile staccandola da Savona: tale rimarrà sino al 1820.

Il XIV sec. è l'epoca di maggior gloria e potenza per Noli.

Nel 1797 con la caduta della Repubblica di Genova, Noli passa sotto il dominio francese perdendo la sua autonomia.

Noli deriva, nelle forme Naboli e Nauli testimoniate nei più antichi documenti, da Neapolis, cioè "città nuova".
Il nome trae quindi origine ai tempi dell'impero bizantino, come si evince dall'uso del greco.

Porta di Piazza, è l'ingresso principale posto sulla seconda cinta muraria (XII-XIII sec.).

Palazzo Comunale, sorge nella piazza che fu il centro della vita politica ed economica della Repubblica.
Rimaneggiato nei secoli, presenta sulla facciata a mare quattro polifore ogivali e una meridiana.

Torre del Comune, accanto al Comune si erge la torre con la sua merlatura a coda di rondine, la (XIII sec.), posta su un basamento in pietra verde locale.

Torre della Marina, dal municipio, si passa sotto i due grandi archi della Loggia della Repubblica (XIV-XV sec.), da dove percorrendo a levante una passeggiata coperta, si arriva in piazza Dante.
Qui sorge la Torre della Marina (XIII sec.) che nel 1673 fu donata dai nolesi ad Agostino Viale, inviato del doge, per aver impedito al duca di Savoia di impadronirsi del borgo. Accanto alla torre, si trova il signorile Palazzo Viale-Salvarezza (fine XVII sec.).

Torre di Papone, in fondo a via Transylvania. La torre è datata tra il XIII e il XIV secolo.
Posta appena fuori della prima cinta muraria e collegata al camminamento delle mura che scendono dal castello. Qui vi teneva armi e munizioni la Repubblica, che con la ferrata Porta Papona chiudeva l'accesso al Monte Ursino, il cui castello era l'estremo rifugio della popolazione in caso di attacco nemico.

Castello dei marchesi Del Carretto, del XII-XIV secolo. E' sopravvissuto nella forma assunta dopo i rifacimenti genovesi del 1522, con le fortificazioni e il poderoso maschio racchiuso in un recinto poligonale.

Palazzo Vescovile, aggrappato alle pendici del Monte Ursino, oggi è un albergo.
Costruito in varie epoche, conserva tracce di affreschi, iscrizioni, pitture e ambienti che vanno dal XV sec. al 1770, quando fu portato alla forma attuale.

La chiesa di Nostra Signora delle Grazie, costruita agli inizi del Seicento e restaurata nel 1769.

L'oratorio di Sant'Anna, scendendo da via Vescovado è in piazza Chiappella.
La costruzione del 1771 con la facciata incompiuta, dal cui sagrato si ha una bella veduta d'insieme del castello e delle mura.

Proseguendo a destra per via Colombo, ricca di edifici medievali (come Casa Maglio al n. 17) e di torri mozzate, si arriva alla trecentesca Porta di San Giovanni sormontata dall'omonima Torre coronata da merli.

Torre del Canto, varcata la Porta verso la città, si scorgono tutti e quattro gli angoli della torre (sec. XIII), così chiamata perché posta all'angolo di più strade.

La chiesa di San Pietro, cattedrale dal 1572, costruita su base romanica in blocchi di pietra grigia (XII-XIII sec.), ma rifatta in epoca barocca. Notevoli il pulpito e l'altare maggiore di marmo intarsiato (1679), e l'altare più piccolo che in realtà è un meraviglioso sarcofago romano o barbarico, rilavorato nel XV sec., nonché il polittico di inizio Cinquecento dietro l'altare.

Casa Repetto, bella dimora medievale del sec. XIV. Attraversando il quartiere della Giudecca, si osservano resti di palazzotti e case-torri, costruiti in mattoni su grosse basi di pietra verde.

Palazzo medievale, un altro mirabile palazzotto medievale, con eleganti bifore e trifore, è su Corso Italia.

San Paragorio, si trova subito attraversato il ponte, si raggiunge. Con le sue linee bianco-rosate e il portico quattrocentesco fiancheggiato da tombe medievali.
Cattedrale dal 1239 al 1572, è uno dei monumenti più importanti della regione.
L'impianto romanico (XI sec.) si è sviluppato su una chiesa paleocristiana o altomedievale e presenta all'interno tre navate con absidi semicircolari dalle pareti affrescate nel sec. XV.
Degno di nota è il crocifisso ligneo in stile bizantino del XII sec., noto come "Volto Santo", da cui nasce il mistero dell'Oriente e delle ignote mani che l'hanno scolpito.
Sotto il presbiterio rialzato, si apre una suggestiva cripta.

Spotorno

Spotorno offre un centro storico piccolo, ma molto grazioso e delle belle spiagge sabbiose e larghe pur cui la località è famosa.

Attestato nel XII secolo come Spelturnum e Spolturnum, il nome deriva dal latino spelta con il suffisso -urnum che forma i nomi di associazioni vegetali; il significato è quello di "luogo dove si coltiva la spelta".

Nel XII secolo il borgo era sotto il dominio dei marchesi Del Carretto e passò quindi sotto il vescovo di Savona. Fu distrutto nel 1227 da Noli, alleata con Genova contro Savona. Papa Urbano VI lo cedette alla Repubblica di Genova e dal 1385 vi ebbe sede un podestà. Nel 1582 ottenne un proprio statuto (Capitoli della Magnifica Comunità di Spotorno).

L'economia del paese si basava sul commercio marittimo verso Francia, Sicilia, Sardegna e sulla produzione di calce, di cui si conservano i resti delle antiche fornaci.

Nel 1872 il territorio comunale fu attraversato dalla ferrovia tra Genova e Nizza e all'inizio del XX secolo si sviluppò il turismo, con la costruzione di alberghi e stabilimenti balneari. Nel 1953 vi venne girato il film La spiaggia di Alberto Lattuada.

La cittadina mostra alcuni monumenti di pregio che meritano una visita.

Castello vescovile, del XII secolo, distrutto nel 1227 e ricostruito nel XIV-XVI secolo, oggi in rovina. Si trova sulla collina che domina il paese e aveva pianta quadrangolare.

Torri di avvistamento, del XVI secolo, tra cui quelle di Sant'Antonio (a Levante) e di Coreallo (a Ponente).

La chiesa parrocchiale della Santissima Annunziata, costruita nel 1585, con facciata affrescata e a una sola navata e con cappelle laterali. Ospita diversi dipinti seicenteschi e settecenteschi: Immacolata Concezione, di Giovanni Lorenzo Bertolotto; Apparizione del Bambino Gesù a San Filippo Neri del 1687, di Giovanni Andrea Carlone; Battesimo di Cristo alla presenza di Santa Lucia, probabilmente di Bernardo Castello; Madonna con il Bambino e i santi Pietro e San Paolo, di Giovanni Andrea De Ferrari; Annunciazione della Vergine del 1760, di Giuseppe Galeotti; Madonna con il Bambino, San Pietro, San Bernardo e devoti e Madonna e i santi Giuseppe, Erasmo, Chiara e le anima purganti, di Giovanni Battista Merano; Madonna con il Bambino tra i santi Antonio da Padova e Francesco del 1667, di Domenico Piola; Storie della Madonna, di Giovanni Agostino Ratti.
Nell'altare della cappella del Santissimo Crocifisso la scultura con il Crocifisso di Anton Maria Maragliano si colloca sullo sfondo della tela di Domenico Parodi con "Madonna, santa Maria Maddalena e San Giovanni in compianto".
Nella parrocchia si conservano inoltre una collezione di tessuti e argenti della stessa epoca dei dipinti.

L'oratorio della Santissima Annunziata, sede della confraternita omonima, probabilmente della metà del XVII secolo, conserva dipinti di Giulio Benso e ancora di Domenico Piola e di Giovanni Battista Merano e moltissimi ex voto di marinai.

L'oratorio di Santa Caterina, sede della Confraternita dei Battuti.

Bergeggi

L'origine del borgo risale all'epoca romana, anche se nel territorio sono stati trovati reperti risalenti al Neolitico.

Nel 992 i vescovi di Savona, proprietari del luogo, costruirono sull'isola omonima un monastero custodente le presunte ceneri di Sant'Eugenio.

Successivamente il borgo venne acquistato dalla Repubblica di Genova, nel 1385, seguendone così le sorti genovesi. Entrò quindi a far parte del Regno di Sardegna e del successivo Regno d'Italia nel 1860.

Il 4 maggio del 1917, a due miglia dalla costa, il piroscafo inglese Transylvania venne affondato da un sottomarino tedesco. Sugli scogli di fronte alla zona dove avvenne il naufragio è stato eretto un monumento in memoria dei 414 caduti.

La sera del 25 ottobre del 1921 il paese pagò un grave tributo di vittime e danni a causa del Disastro del forte Sant'Elena, la cui esplosione provocò 25 morti. Oltre alle abitazioni, anche la chiesa si San Martino subì gravi danni. Una lapide sulla facciata della chiesa ricorda le vittime del disastro.

Forte di Santo Stefano, del XVII secolo.

Forte di San Giacomo, del XVIII secolo.

Fortezza di San Sebastiano, del XIX secolo.

Torre d'Ere, costruita nell'Alto Medioevo.

Torre Rovere, del XV secolo.

Torre romana, sono presenti i resti di una torre circolare di epoca romana molto probabilmente usata come faro.

La chiesa parrocchiale di San Martino di Tours, costruita nel 1706 al suo interno sono conservati un dipinto del XVI secolo in stile ligure - toscano, una scultura del francese Lacroix e un crocifisso di Anton Maria Maragliano.

Chiesa paleocristiana, del V-VI secolo, e il monastero costruito del 992 costruito dai monaci provenienti da Lerins e dismesso nel 1446.

L'isolotto di Bergeggi

Il piccolo isolotto calcareo di Bergeggi di 3 ettari di superficie, dista dalla terraferma poco meno di 200 metri considerando punta del Maiolo a Spotorno e raggiunge la quota di 53 metri sul livello del mare.

Era un'antica propaggine della costa, a essa collegata tramite un istmo poi demolito dal moto ondoso.
Le sue coste alte e dirupate presentano scarsa vegetazione, ma non manca tra essa l'endemica campanula sabatia.

La presenza dell'uomo è testimoniata dai resti in rovina di una torre circolare, considerata tardo-romana, inserita in una fortificazione medievale.
Sono pure presenti i resti di una chiesa paleocristiana del V-VI sec.

Calice Ligure

Il comune è situato nell'entroterra di Finale Ligure, nella piana fertile sita alla confluenza del torrente Carbuta con il torrente Pora, gli scenari montani tutt'attorno sono ricchi e suggestivi.
Degni di menzione il Palazzo del Comune edificato tra il 1936 e il 1938, il Palazzo Bolla e il Palazzo Cesio.

In paese presente il Museo d'arte contemporanea della Casa del Console, ospitato dagli anni settanta in un edificio del XIX secolo e voluto in memoria del gallerista Remo Pastori.

A Calice sono presenti la Chiesa parrocchiale di San Nicolò, edificata nel XVIII secolo, sui resti di una già preesistente fabbrica del Duecento, presenta una pregiata facciata in stile barocco a due ordini e decorata con stucchi, l'Oratorio di San Carlo risalente alla metà del Settecento e attiguo alla parrocchiale, la Cappella di Santa Libera lungo la strada per Rialto eretta nel 1550 e restaurata nel 1723, la Chiesa di San Lazzaro lungo la strada per Gorra (Finale Ligure) che presenta un portale del Rinascimento e la Chiesa di San Sebastiano lungo la strada per Finalborgo, questa struttura è risalente all'ultimo quarto del XV secolo e fu edificata per volere del cardinale finalese Carlo Domenico Del Carretto in stile gotico-rinascimentale. Presenta tre navate, un'abside poligonale e un portale del Cinquecento.

Tovo San Giacomo

Il comune è situato in val Maremola, sulla sponda sinistra del torrente omonimo, sulle pendici meridionali del colle dei Folchi a 321 metri. Specie nella parte alta del Maremola sono conservati ancora scorci panoramici ed ambientali molto interessanti. Partendo dal vecchio mulino "du Piu" si percorre l'antica via del Ferro verso l'entroterra e si può giungere fino alle sorgenti del torrente in località Isorella nel comune di Magliolo, attraversando le tipiche fasce coltivate ad alberi di frutta e verde ornamentale.
Il toponimo Tovo deriverebbe dalla parola "tuvu", tufo in italiano, per via di uno strapiombo tufaceo in contrada Bronati.

Il Museo dell'orologio da torre Giovanni Battista Bergallo, inaugurato nel 1997 nell'ex municipio nella frazione di Bardino Nuovo, ospita meccanismi, lancette, quadranti e cimeli riguardanti gli orologi prodotti per campanili e torri nella casa-officina della famiglia Bergallo fra il 1860 e il 1980. Il 9 aprile 2017 è ricorso il ventennale dall'apertura del museo.

A Tovo San Giacomo si possono ammirare i resti dell'antico castello medievale della famiglia Del Carretto presso il colle dei Folchi.

Tra le architetture religiose ricordiamo il Santuario della Madonna delle Grazie nella frazione di Bardino Vecchio, risalente al XVIII secolo e il primo e unico monumento al mondo dedicato ai cosiddetti Cristezzanti ovvero i portatori dei Crocefissi lignei che partecipano alla processioni religiose, sempre nella stessa località.

Calizzano

Calizzano si trova nell'alta Val Bormida, nell'entroterra ligure della Riviera delle Palme, lungo il fiume Bormida di Millesimo.
Il paese è circondato da una estesa foresta di faggi che si estende sino al Colle del Melogno. La faggeta viene chiamata "della Barbottina". Al suo interno è possibile ammirare un faggio di quasi duecento anni, alto trentasette metri e del diametro di quasi 3 metri e mezzo; nei pressi del bosco di Rionero si trova invece un castagno di cinque metri di diametro e con oltre i 250 anni di vita.

Il territorio si presenta ricco di corsi d'acqua con ben tredici sorgenti, tra queste la fonte Bauda utilizzata nell'attività d'imbottigliamento. Un luogo ideale per una vacanza nella natura e per lo sport outdoor.

Sono molti i monumenti che Calizzano offre ai suoi ospiti.

Il Santuario di Nostra Signora delle Grazie, nella frazione di Frassineto, già chiesa parrocchiale ed eretto forse intorno al II secolo. Conserva un portico romanico affrescato e un campanile che ha mantenuto inalterate le linee primitive.
La chiesa parrocchiale di San Lorenzo. La sua costruzione risale tra il 1587 e il 1600 da una precedente ricostruzione in stile romanico. Al suo interno, sono conservate tele del XVI secolo dipinte da autori ignoti, oltre che un dipinto raffigurante la Sacra Famiglia di Domenico Piola. Gli interni sono stati dipinti nel 1909, dal pittore torinese Luigi Morgari. Sono inoltre conservati un crocifisso processionale e una statua raffigurante San Giovanni Battista della scuola di Anton Maria Maragliano. La torre campanaria, posta accanto alla chiesa, è del XIV secolo.
La chiesa di Nostra Signora del Rosario, in località di Pasquale, già intitolata all'Annunziata al Pasquale e voluta dal cardinale Carlo Domenico Del Carretto sul finire del XV secolo.
L'oratorio di San Giovanni Battista che conserva al suo interno affreschi del XVII secolo.
La cappella dei Santi Giacomo e Filippo, in regione Bosco. All'interno custodisce un dipinto dei due santi inginocchiati ai piedi della Madonna del Pilar.
La cappella di San Mauro, in regione Valle Superiore. A pianta rettangolare con soffitto a volta a botte, fu un'importante crocevia per i viandanti e pellegrini nel Medioevo.

Palazzo Franchelli, sede del municipio, è stato costruito nel XVIII secolo. Passò ai conti Franchelli grazie al matrimonio di Maddalena di Ceva con Carlo Antonio Franchelli. I Franchelli (di antica famiglia originaria di Franclens nell'alta Savoia, passata anteriormente al 1600 a Bardineto ed infine, per predetto matrimonio a Calizzano), ospitarono, negli anni 1694 - 1696, ufficiali del duca di Savoia. Il 12 ottobre del 1714, vi ospitarono parte della corte della Principessa Elisabetta Farnese di Parma che passava da Calizzano diretta a Finale Ligure onde andare sposa al re Filippo V di Spagna. Il palazzo, già Ceva, conserva affreschi del Biella e pregevoli mobili antichi, ha nel soffitto di un'ala e un preziosamente lavorato cornicione in bronzo dorato. Oggi è metà del Comune di Calizzano e l'altra metà dei Leale discendenti dai conti Franchelli. Alcuni discendenti dai conti Franchelli oggi risiedono anche a Sanremo e a Bardineto. I Franchelli (Carlo Antonio) verso il 1698, furono nominati conti da Vittorio Amedeo II di Savoia e, verso il 1735 (Carlo Domenico) ottenne da Carlo Emanuele III di Savoia, il feudo della Franchella. I Franchelli inoltre, sono discendenti della stirpe Aleramica.

L'accesso al borgo storico medievale di Calizzano, chiuso da mura e dominato ad ovest dal duecentesco castello, costruito probabilmente da Enrico II Del Carretto nel XIII secolo, avveniva attraverso le tre porte dette "di San Rocco", "della Barbacana" e "del Mulino".
La prima, rivolta verso nord, era caratterizzata da un ponte levatoio il quale permetteva il collegamento del nucleo medievale attraversando il rio di San Rocco; nella seconda, rivolta a sud, era presente una torre di guardia trasformata in seguito nell'isolato campanile della chiesa parrocchiale di San Lorenzo; la terza, verso est, conduceva il passaggio verso la villa di Frassino.

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