Il fantasma del teatro Carlo Felice di Genova
Nell'alto medioevo, dove oggi si trova piazza De Ferrari, sorgeva la basilica genovese di Sant'Egidio. Nei suoi sotterranei i primi cristiani avevano scavato un vasto reticolo di catacombe ampliando un più antico tempio dedicato al dio Mitra.
Verso la fine del 1300 la basilica fu riconvertita nella chiesa e nel convento di San Domenico che dal 1540 venne designata come sede cittadina della Santa Inquisizione.
In quelle aule nel 1580 fu emessa una sentenza di stregoneria contro la figlia sedicenne di un liutaio residente in vico del Filo. La ragazza di nome Leila Carbone morì di terrore ancor prima di subire la tortura e il suo corpo, sepolto nelle catacombe, venne dimenticato.
Nel 1797 le truppe napoleoniche invasero la Repubblica di Genova e i cannoni francesi distrussero il complesso di San Domenico.
In seguito al Congresso di Vienna, la Repubblica ligure fu annessa al Regno di Liguria passò sotto il Regno di Sardegna e il governo del re Carlo Felice decise di costruire un sontuoso teatro dell'opera sulle rovine di San Domenico. Il Carlo Felice venne inaugurato il 7 aprile 1828 con l'opera in due atti Bianca e Fernando di Vincenzo Bellini.
Quella sera la musica destò dal suo sonno eterno il fantasma di Leila. Da allora si aggira per il teatro, vestita con un lungo sudario di velluto e ogni apparizione è accompagnata da un lieve sentore di rosa.
Durante i bombardamenti che Genova subì durante la II Guerra Mondiale in molti giurarono di vedere lo spettro abbracciato alla statua di marmo del Genio dell'Armonia posta nel pronao, che rimase miracolosamente intatta mentre il teatro veniva avvolto dalle fiamme per un giorno e una notte.
La città dovette attendere il 7 aprile 1987 quando a 42 anni dalla fine della guerra venne posata la prima pietra del nuovo teatro Carlo Felice. Durante la costruzione molti nel cantiere incontrarono la pallida fanciulla vestita di scuro che fece in modo che i lavori terminassero dopo appena mille giorni e senza alcun incidente.
Il 18 ottobre 1991, le note de Il Trovatore di Verdi riusonarono durante l'inagurazione e durante la canzone di Manrico i più attenti udirono che qualcuno prolungò intenzionalmente gli accordi del liuto e c'è chi afferma di aver scorto nel foyer una pallida fanciulla scalza con una veste di velluto scuro. A un ignaro spettatore che le aveva rivolto la parola, la ragazza rispose: "Questa è da sempre e sarà per sempre la mia dimora", per poi fuggire via e svanire tra la folla.
Da allora Leila è diventata l'anima della musica del teatro Carlo Felice di Genova.