La Valle Argentina
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La città si divide in due centri. Sulla costa, con le sue belle spiagge, l'agglomerato urbano più moderno, mentre nell'immediato entroterra si trova il nucleo più antico.
Una visita alla città non dimentica la Basilica di San Giacomo e San Filippo, costruita nel 1675-1681. Il tempio sorge sul luogo dell'antica chiesa romanica dell'XI secolo, dalla quale diverse opere furono in seguito trasferite nella nuova basilica nel 1675. Al suo interno, corredato dalle quattordici cappelle laterali, sono conservate le reliquie del santo concittadino San Benedetto.
La Chiesa di Nostra Signoria del Canneto, situata lungo l'antica strada per Badalucco, la sua edificazione si sviluppò tra due balze; in origine esisteva infatti anche la sottostante chiesa di Sant'Anna. Eretta molto probabilmente nel X secolo è frutto di diversi rimaneggiamenti nel corso dei secoli successivi, specie nel XII secolo. Dopo il riferimento all'abbazia benedettina di San Dalmazzo di Pedona (CN) il titolo è passato ai Domenicani. L'interno della chiesa, ora rovinato, presenta un ciclo murale dipinto del 1547 dei pittori Giovanni Cambiaso, Luca Cambiaso e Francesco Brea.
Chiesa di San Martino di Tours, eretta nella località omonima si presenta in stile romanico, conservando affreschi del XV secolo.
Convento di San Domenico. Gli edifici, ad oggi considerati tra le più grandi pinacoteche della scuola pittorica ligure e nizzarda, furono costruiti tra il 1460 e il 1490 dai maestri comacini Gasperino da Lancia e Filippo da Carlono. Nel suo interno, oltre alla presenza dei dodici altari, conserva pregiate opere pittoriche di diversi pittori, tra cui cinque tele del pittore Ludovico Brea quali l'Annunciazione di Maria del 1494, la Madonna del Rosano del 1513, Santa Caterina del 1488, la Madonna della Misericordia del 1483-1488, il Battesimo di Gesù e Santi del 1495. Tra le altre opere esposte quelle di Gregorio De Ferrari, Giovanni Canavesio, Raffaele De Rossi, Giovanni Battista Trotti (detto il Malosso) ed altri pittori dell'epoca.
Badalucco
Il caratteristico borgo di Badalucco è situato nella Valle Argentina e sorge lungo il torrente omonimo.
Lo contraddistinguono le tipiche case in pietra a vista e la pianta a stretti vicoli, caruggi e piazzette. Meritano una visita i due ponti tardo medievali, costruiti con forma a schiena d'asino e posti all'entrata e all'uscita del borgo.
Secondo le fonti storiche a Campo Marzio, poco distante dal centro storico, si combattè la battaglia fra i Liguri e l'Impero romano nel 181 a.C.
La sconfitta delle tribù locali segnò l'ingresso della Riviera di Ponente nell'impero.
La chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta e San Giorgio fu costruita in stile barocco dal 1683 al 1691; l'edificio fu ulteriormente modificato nel 1834. L'elegante facciata è a due ordini di colonne sovrapposte su alto plinto ed erme.
L'interno della struttura è composta da un'unica grande aula a pianta ellittica e conserva una scultura lignea di Anton Maria Maragliano raffigurante la Madonna ed un gruppo di angeli della scuola del Bernini. Sono inoltre conservate diverse opere pittoriche databili dal XVII al XVIII secolo quali un pregiato dipinto di Francesco Maria Narice del 1756 raffigurante l'Assunzione della Vergine. Nella sacrestia sono presenti tele del XVI secolo del pittore Francesco Brea.
La chiesa dedicata a San Nicolò fu eretta nel XVII secolo al di fuori del paese sulle precedenti rovine del castello dei signori di Ventimiglia, signori di Badalucco.
È del 1721 la cappella dedicata alla Regina di tutti i Santi, sul poggio di Pallarèa.
Palazzo Boeri, posto di fronte alla chiesa parrocchiale, venne eretto intorno al XVI secolo.
Montalto Carpasio
Monte Carpasina è un sito di interesse comunitario (SIC) istituito con il Decreto Ministeriale del 25 marzo 2005.
Tra le architetture religiose ci piace segnalare il Santuario della Natività di Maria Vergine o detto anche della Madonna di Ciazzima, eretto nel 1609, distante a circa due chilometri dalla frazione capoluogo di Carpasio. Lungo il sentiero che porta al santuario mariano sono collocate le edicole raffiguranti le tappe della Via Crucis.
La Chiesa parrocchiale di Sant'Antonino nel centro storico della frazione capoluogo di Carpasio. Eretta nel 1404 in stile barocco, è corredata dall'antico campanile in pietra fortemente inclinato. Fu sottoposta ad un accurato restaurato nel XVII secolo.
La Chiesa di San Giovanni Battista nella frazione capoluogo di Carpasio. Del XIV secolo, primitiva parrocchiale del borgo, sita nella parte bassa del paese. Conserva l'abside originaria databile tra i secoli XII e XIII.
La Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista situata nel centro storico di Montalto Ligure. Fondata nel 1407 al di fuori delle mura del borgo fu ampliata nel Seicento divenendo chiesa parrocchiale dal 1618. Nel XVIII secolo fu ulteriormente rimaneggiata e costruito l'attiguo campanile. Nel suo interno sono custodite opere artistiche di pregio tra i quali il polittico del pittore locale Ludovico Brea (assieme al fratello Antonio e altri collaboratori), raffigurante San Giorgio, databile al 1516.
L'Oratorio di San Vincenzo, adiacente alla parrocchiale di San Giovanni Battista, risalente al Quattrocento. Le decorazioni pittoriche e affrescature sono risalenti al XVII secolo e conserva un dipinto di Francesco Brea.
Il Santuario della Madonna dell'Acquasanta, situato nell'omonima località e fondato nel 1453 a seguito, secondo la tradizione orale locale, del miracolo compiuto dalla Vergine Maria verso un vecchio infermo del luogo. Il sito fu ricostruito alla fine del XIX secolo dopo il tremendo terremoto del 23 febbraio 1887.
La Pieve di San Giorgio, eretta nel XII secolo sottostante l'abitato montaltese, rimaneggiata nel secolo successivo e in seguito ricostruita nel corso del XVI secolo. L'edificio fu sottoposto tra gli anni ottanta e novanta del XX secolo ad un lungo restauro da parte della Soprintendenza per i Beni Storici e Artistici della Liguria. Conserva pregiati affreschi databili tra il Trecento e il Cinquecento.
Triora
Secondo alcuni storici locali il borgo ha molto probabilmente avuto origine nell'epoca romana, dalla tribùdei Liguri Montani, che si sottomisero all'Impero romano dopo lunghe lotte nel territorio. Come altri paesi vicini venne sottoposto alla Marca Aleramica e successivamente a quella facente capo ad Arduino d'Ivrea.
In seguito divenne possedimento, intorno al XII secolo, del conte di Badalucco (politicamente dipendente dai conti di Ventimiglia) ed iniziò a stringere alleanze con i paesi e borghi attigui, specialmente con quelli maggiormente vicini alla politica espansionistica della Repubblica di Genova, e ad acquistare nuove terre tra cui metà castrum di Castelvittorio. La stretta vicinanza politica con Genova fece sì che in un atto del 4 marzo 1261, rogato poi l'8 novembre del 1267, si sancisse il passaggio di Triora come nuovo feudo della repubblica genovese. Il passaggio di proprietà giovò molto al paese e al borgo - soprattutto per le numerose concessioni offerte da Genova, tra cui la libera pena capitale - tanto da diventarne comune capofila della nuova podesteria comprendente i borghi - ora comuni a tutti gli effetti - di Molini di Triora, Montalto Ligure, Badalucco, Castelvittorio, Ceriana e Baiardo.
La creazione di nuove cinte murarie e l'erezione di cinque fortezze difensive creò una sorta di nucleo fortificato, quasi inespugnabile, che mise a dura prova le truppe dell'imperatore Carlo IV nella tentata conquista del borgo. Persino la Repubblica ebbe notevoli problemi nella sua gestione, leggermente inasprita per le continue tasse imposte agli abitanti, tanto da far imprigionare il capo delle milizie e distruggere parte della fortezza. Nonostante i dissapori creatisi la popolazione rispose positivamente alle chiamate di guerra, specie nella famosa Battaglia della Meloria del 1284, dove Triora e la sua podesteria inviarono nella battaglia marinara contro Pisa circa duecentocinquanta balestrieri a sostegno di Genova.
Nel 1625 l'esercito piemontese, guidato da Casa Savoia, cercò invano la conquista del borgo, che strenuamente difese le proprie terre, a differenza di altri paesi vicini che - dati alle fiamme - si arresero ai sabaudi. Ulteriori scontri si ebbero nel 1671 con il comune di Briga per futili motivi legati al territorio da pascolo.
In seguito alla caduta della Repubblica di Genova nel 1797 e all'istituzione della Repubblica Ligure di Napoleone Bonaparte, Triora divenne capoluogo cantonale della Giurisdizione degli Ulivi e dal 1805 parte integrante del Dipartimento delle Alpi Marittime francese.
Il Congresso di Vienna del 1814 stabilì il ritorno di Triora nei territori del Regno di Sardegna, così come gli altri comuni liguri della precedente repubblica democratica ligure napoleonica, e il definitivo passaggio nel neo-costituito Regno d'Italia.
Nel corso del XX secolo la storia di Triora subì, secondo alcuni per le continue liti tra amministratori, notevoli contrasti governativi specie riguardo il territorio comunale, anche in seguito alla costituzione del comune di Molini di Triora nel 1903.
La seconda guerra mondiale contribuì drasticamente alla decadenza del comune, dove la furia nazista si accanì furiosamente il 2 e 3 luglio del 1944. Il borgo venne dato alle fiamme e furono rasi al suolo interi quartieri, causandone il repentino spopolamento. Da ricordare l'eroico gesto di Francesco Moraldo e della cittadinanza che salvarano la vita a due orfani ebrei dai rastrellamenti fascisti e nazisti.
Finita la guerra si ridisegnarono i confini comunali nel 1947 e si stabilì l'assorbimento della frazioni brigasche di Realdo e Verdeggia, che scatenò vivaci contese comunali.
Chiesa di San Bernardino, risalente al XV secolo presenta una facciata preceduta da un rustico porticato a tre arcate con colonne e capitelli. Al suo interno sono presenti affreschi attribuiti al pittore Giovanni Canavesio, ma secondo recenti studi le opere sembrerebbero risalenti ad un ignoto pittore toscano del Rinascimento.
Chiesa di Sant'Antonio Abate. L'edificio, già menzionato nel 1261, sarebbe stata eretta dai monaci benedettini presenti nella loro opera di evangelizzazione nella Valle Argentina. Al suo interno è custodito un pregiato dipinto raffigurante San Pietro Nolasco durante la celebrazione della Messa.
Chiesa della Madonna delle Grazie, del XII secolo.
Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria, eretta nel XIV secolo fu successivamente riedificata in seguito dalla famiglia Capponi. Un'antica iscrizione, in caratteri gotici, scolpita sull'architrave dell'ingresso principale testimonia proprio l'evento di riedificazione nel 1390. Attualmente si presenta in stato di rovina.
Chiesa di Sant'Agostino, del 1614.
Collegiata dell'Assunta. Secondo la tradizione locale l'edificio sorge su un precedente tempio pagano, anche se le prime vere testimonianze risalgono in un disegno del XVIII secolo conservato nella parrocchia. La raffigurazione lo rappresenta in stile romanico - gotico a tre navate, che successivamente tra il 1770 e il 1775 verrà sostituito con un'unica navata. Nel 1837 la facciata subì un notevole restauro convertendo il precedente stile in quello neoclassico, ricoprendola con lastroni di pietra nera locale. Dell'antico prospetto resta un pregevole portale con arco ad ogiva, composto da blocchi di ardesia alternati ad altri di marmo bianco. Al suo interno è conservata un quadro a fondo oro, custodita nel battistero, del pittore Taddeo di Bartolo raffigurante GesùCristo e San Giovanni Battista nel rito del Battesimo sulle rive del Giordano. Secondo studi piùapprofonditi il dipinto sembrerebbe risalente al 1397, divenendo uno dei piùantichi quadri della Riviera di Ponente nel suo genere.
L'oratorio di San Giovanni Battistaè risalente al 1632. All'interno sono presenti, oltre l'ancona del 1682, una statua lignea del 1725 ritraente il santo di Anton Maria Maragliano.
Il borgo è sovrastato dal Castello di Triora.
Nel paesino è possibile visitare il caratteristico Museo Etnografico e della Stregoneria.
Monesi
Questa località sciistica è posta a 1376 m s.l.m. alle pendici del monte Saccarello, 2201 m s.l.m., il monte piùalto della Liguria.
Nei pressi della cima, a 2164m di quota fu posto oltre cento anni or sono, il monumento al Redentore, a simbolo e protezione delle Alpi Marittime, come recita una targa sul suo basamento.
In estate è meta di sportivi che qui vi praticano il trekking, mountain biking, rafting e parapendio.