Camogli

Il Golfo Paradiso

Golfo Paradiso

Camogli

Il borgo di Camogli ha origini preistoriche, lo testimonia un insediamento,individuate sul Monte Castellaro, strutturato su terrazzamenti artificiali dove sono visibili almeno due capanne rispettivamente datate,in base al materiale ceramico, al XVI e XIII secolo a.C. Nella stessa zona sono stati ritrovati reperti romani del II secolo a.C.

Già sotto il dominio dei vescovi di Milano intorno all'anno 1000, viene citata in un testo dell'epoca medievale dove compare con il nome di Vila Camuli ed è dal Medioevo in poi che compare maggiormente nella storia genovese. Nel XII secolo fu eretto il castello della Dragonara, posto a difesa del borgo marinaro, che verrà assalito e distrutto da Gian Galeazzo Visconti e Nicolò Fieschi nel 1366 e successivamente anche dal Ducato di Milano nel 1438. Dal XVI secolo si unirà più strettamente a Genova, specie per le continue scorrerie del pirata turco Dragut. La città viene fortificata e il porto completato nel 1624.

Nel 1798, dopo la Battaglia navale di Abukir, nella quale la flotta ligure guidata da Napoleone Bonaparte viene annientata, gli armatori camogliesi investono i propri capitali nella costruzione di velieri mercantili, arrivando a disporre di una flotta numerosa pari al doppio di quella dell'allora porto di Amburgo. Nel 1815 verrà inglobato nel Regno di Sardegna, così come stabilirà il Congresso di Vienna del 1814 anche per gli altri comuni della repubblica ligure, e successivamente nel Regno d'Italia dal 1861.

Già nel 1856 la sua flotta è composta da 580 imbarcazioni iscritte alla Mutua Assicurazione Marittima Camogliese, unica al mondo, la quale resterà attiva fino al 1888. Con l'avvento della navigazione a vapore le attività tradizionali marinare camogliesi vengono, nel tempo, sostitutite col turismo.

Camogli presenta numerosi punto di interesse e pregevoli monumenti storici.

L'Abbazia di San Fruttuoso. Tra Camogli e Portofino, in una profonda insenatura nella frastagliata costa del Promontorio di Portofino, sorge la celebre Abbazia di San Fruttuoso di Capodimonte nell'intatto borgo marinaro omonimo. Dopo la prima frequentazione monastica, il complesso di San Fruttuoso di Capodimonte fu umile abitazione per pescatori, spesso covo di pirati, poi proprietà per secoli dei Principi Doria: un luogo assolutamente unico, dove l'opera dell'uomo si è felicemente integrata con quella della natura. Sono visitabili il complesso monastico del X-XI secolo con il Chiostro, la Sala Capitolare, la Chiesa; e le tombe dei Doria e il corpo a mare gotico del XIII secolo.

Il Cristo degli abissi. Il Cristo degli abissi è una statua bronzea posta nel 1954 sul fondale della baia di San Fruttuoso, tra Camogli e Portofino all'interno dell'Area Marina Protetta di Portofino, a 13,5 metri di profondità.
La statua nacque da un'idea di Duilio Marcante che, a seguito della morte di Dario Gonzatti durante un'immersione nel 1950, spinse per la posa di una statua di Cristo sul fondale marino; il 22 agosto 1954 la statua del Cristo degli abissi viene posta nella baia di fronte a San Fruttuoso, tra Camogli e Portofino.
La statua, alta circa 2,50 metri e realizzata dallo scultore Guido Galletti, venne posta grazie alla Marina Militare Italiana a circa 17 metri di profondità, fu portata sul fondo grazie a molti subacquei tra cui Giorgio Fontana; le mani del Cristo, rivolte alla superficie (o al cielo, se non si trattasse di una statua subacquea) sono aperte in segno di pace.
Per ottenere il bronzo della statua vennero fuse medaglie, elementi navali (perfino eliche di sommergibili americani donati dall'U.S. Navy) e campane. A seguito della morte di Marcante venne posta una targa sul basamento della statua in sua memoria.
Nel 2003 la statua è stata restaurata per preservarla dalla corrosione e dalle incrostazioni e, soprattutto, per riattaccarle la mano staccata da un'ancora, per poi essere riposizionata sott'acqua il 17 luglio 2004 su un nuovo basamento, ad una profondità inferiore a quella precedente.
L'immersione per vedere la statua è una delle escursioni più famose del litorale ligure, e il Cristo è diventato negli anni il simbolo della passione per la subacquea e il mare. L'immersione è relativamente semplice e poco profonda, e non richiede particolari accorgimenti se non la presenza degli accompagnatori iscritti alla Regione Liguria, in quanto ci si trova all'interno dell'Area Marina Protetta di Portofino.
Per chi non fosse in grado di ammirare la statua in immersione subacquea una copia della stessa è stata posta nella chiesa di San Fruttuoso. L'originale in gesso della statua è invece conservato a Marina di Ravenna nel Museo Nazionale delle Attività Subacquee.
Un'altra copia della statua è stata posta in Florida, a Key Largo.
Una ulteriore copia degna di nota è la statua che venne posta il 17 settembre 1972 nel lago Palù, in Val Malenco, in modo da contrastare lo svuotamento indiscriminato del bacino idrico.
Esiste infine un'altra copia del Cristo degli Abissi, in formato un po' ridotto e "a secco" sulla banchina del porto di St. George's, capitale dell'isola caraibica di Grenada. è stata donata al popolo di Grenada dalla compagnia di navigazione "Costa" di Genova, per la coraggiosa e decisiva opera di salvataggio di passeggeri ed equipaggio della nave italiana "Bianca C.", distrutta nel porto di St. George's da un furioso incendio scoppiato il 22 ottobre 1961.

Nel borgo storico camoglino è presenta la Basilica di Santa Maria Assunta.

A Camogli è presente il Santuario di Nostra Signora del Boschetto. Merita una visita anche la Chiesa Millenaria, del XIII secolo, nella frazione di Ruta di Camogli.

Dalla chiesa di San Rocco, nella frazione omonima, si gode una stupenda vista panoramica sul Golfo Paradiso.

L'oratorio di San Prospero e Santa Caterina, costruito nel 1420 e intitolato a san Prospero e santa Caterina, è stato ampliato nel Settecento. All'esterno sulla facciata è presente un medaglione di marmo con Cristo Risorto, rinvenuto in mare nel 1932. All'interno decorazioni barocche, e un crocifisso ligneo del XV secolo e tele di scuola ligure del XVIII secolo.

Il Castello della Dragonara, di origine medievale fu eretto nel XII secolo, qui i camogliesi si ritrovavano per eleggere i loro rappresentanti o si ritiravano in momenti di pericolo, all'interno delle mura. Fu assalito e distrutto da Gian Galeazzo Visconti e Nicolò Fieschi nel 1366 e, dopo essere stato ricostruito, anche dal Ducato di Milano nel 1438. Nel XVI secolo venne infine adibito a prigione.

A Camogli sono presenti tre musei: il Museo Archeologico di Camogli, il Museo Marinaro "G. B. Ferrari" e il Museo della pesca.

Pieve Ligure

Pieve Ligure è un comune ligure della Provincia di Genova, situato nella Riviera di Levante del Golfo Paradiso, a picco sul Mar Ligure, poggiato sulle pendici dell'Appennino e distante circa diciotto chilometri dal centro del capoluogo ligure Genova. Il territorio è stato diviso (anche se non ufficialmente) in Pieve Bassa e Pieve Alta, per fare distinzione tra la parte rivierasca del paese e quella collinare.

Il comune ha un territorio vastissimo (un tempo ancora più esteso) ma abitato solo in minima parte (meno di un terzo del territorio), in quanto la parte alta delle pendici del Monte Santa Croce, su cui il paese poggia, e quella che si trova al di là del monte sono praticamente disabitate. Il paese è ricco di ulivi ed è stato fino da subito integrato con innumerevoli fasce, tutt'oggi in gran parte coltivate.

Nella maggior parte di esse sono state costruite un discreto numero di case, specialmente in quelle che erano abbandonate o incolte. Recentemente però, un decreto rilasciato dal comune locale ha vietato la possibilità di costruire nuove abitazioni, salvo particolari permessi, per salvaguardare il paesaggio.

Il territorio pievese è effettivamente a picco sul mare in quanto, in uno spazio relativamente breve, si passa dal livello zero della costa per arrivare alla vetta del monte Santa Croce che è 516 metri sul livello del mare. Lungo la costa l'elemento dominante è la scogliera sulla quale, in età passata, sono stati costruiti molti approdi dai pescatori del luogo: i più importanti sono lo Scalo Torre, lo Scalo Demola, lo Scalo Chiappa e lo Scalo Fontanino.

Nel territorio pievese sono presenti molti itinerari consigliati per ammirare il paesaggio del borgo ligure. Il più conosciuto e panoramico è il sentiero che conduce alla vetta del Monte Santa Croce, il quale si snoda dalla piazza cittadina per poi giungere, con una durata di circa 40 minuti, sino alla cima del monte che sovrasta il paese.

Il sentiero, che segue il percorso dell'antica via Crucis, è la perfetta continuazione della Via Roma, la strada principale del comune, che è stata asfaltata e resa agibile nel tratto abitativo ma lasciata sotto forma di sentiero sulle alture. Sulla vetta si ha la possibilità di godere di un magnifico panorama, che spazia sull'intero Golfo Paradiso, dal Promontorio di Portofino alle alture savonesi.
Giunti alla fine del sentiero si possono percorrere anche sentieri alternativi di durata inferiore che scendono lungo il lato opposto del monte: il primo di questi riconduce alla piazza del paese, seguendo un percorso in discesa che gode di un ampio panorama sul ponente genovese, mentre il secondo da la possibilità di collegarsi ad altri sentieri che conducono o ai paesi vicini di San Bernardo e quindi Bogliasco, oppure di raggiungere l'elevato Monte Fasce. Entrambi i sentieri attraversano la splendida boscaglia e il sottobosco pievese, dominato da secolari piante, splendidi arbusti e profumati fiori. In tempi recenti, però, un incendio, probabilmente doloso, ha minacciato seriamente la fauna e il paese stesso, in particolare mettendo a serio rischio la chiesa millenaria di Santa Croce, situata sulla vetta dell'omonimo monte.
Un altro itinerario pievese, della durata di circa 1 ora e mezza, è quello che conduce da Piazza San Michele alla frazione sorese di Teriasca. Anche questo percorso è molto suggestivo grazie alla fitta boscaglia e alla presenza dei ruderi di vecchie abitazioni, utilizzate dai contadini negli anni passati.
Di rilievo sono anche i sentieri che conducono alla parte più a levante del paese, seguendo la denominata via Chiossa, e quelli che conducono alla parte di ponente, in particolare quello che è la continuazione dell'antica via San Bernardo.
Di notevole interesse è anche il percorso seguito dall'antichissima Via alla Chiesa, che inizia il suo itinerario dalla parte inferiore del paese, quella confinante con Bogliasco, per giungere, con un percorso tra le antiche case pievesi, al piazzale di Pieve Alta.

La chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo è la principale del comune di Pieve Ligure. Situata nel centro del paese davanti all'omonima piazza cittadina. L'edificio è una delle più antiche pievi liguri. L'aspetto odierno è frutto di una ricostruzione del XVIII secolo in stile Barocco sui resti dell'antichissima chiesa. Al suo interno conserva un quadro del Battesimo di Cristo dato sugli inizi del 1400 e opere di Perin del Vaga e di Luigi Morgari.

L'oratorio di Sant'Antonio abate costruito nel 1404 a poche centinaia di metri dalla piazza principale.
Presenta al suo interno i rinomati Cristi cittadini e alcuni affreschi risalenti ai primissimi anni del Settecento, restaurati poi negli anni settanta.

La chiesa di Santa Croce è stata costruita sulla vetta dell'omonimo monte, a oltre 500 metri sul livello del mare. è risaputo che, prima della sua antica costruzione, l'edificio era già presente, tra il 1200 e il 1300, sotto forma di ospizio per pellegrini, posto a tale altezza per difesa dai pirati. Si pensa quindi che la Chiesa sia stata edificata in un periodo tra il XIV e il XVI secolo.

Il Castello Cirla è un antico castello allo Scalo Torre. Tale costruzione in origine era una torre saracena, edificata per combattere le incursioni dei pirati. Essa venne in buona parte demolita nel 1909 per diventare quella che è oggi l'attuale residenza privata. E' attualmente considerata una delle 50 bellezze del Golfo Paradiso, grazie anche al suo ottimo stato di conservazione.

Scalo Torre. Pieve Ligure, essendo un paese direttamente a picco sul mare, ebbe la necessità di edificare alcuni scali per l'attracco di piccole imbarcazioni, permettendo così la pesca e la balneazione. Il più importante è appunto lo Scalo Torre, facile da raggiungere essendo adiacente ala stazione del paese. Gli altri scali sono: Scalo Demola, Scalo Chiappa e Scalo Funtanino.

Sori

L'origine di Sori è assai incerta: alcuni ne hanno ipotizzato l'origine greca. E' infatti probabile che una popolazione del centro della Grecia l'abbia fondata intorno al VII secolo a.C.: la popolazione si era insediata nella zona e aveva fondato altri paesi in Liguria tra cui Marsiglia, ora in territorio francese.

Quasi certamente il piccolo paese con il suo porticciolo fu utilizzato anche dai romani anche se non ve ne sono testimonianze. Le prime documentazioni la riportano come territorio sotto la giurisdizione dei vescovi di Milano e nel 1190 parte integrante della Repubblica di Genova. Nei secoli successivi il paese si arricchì, ma come molti paesi della Liguria incontrò i pirati Saraceni nel XVI secolo.

Il 1° luglio del 1548 il paese fu completamente saccheggiato, distrutto ed incendiato e 134 persone furono rapite. Il paese non poté resistere alla furia di 1500 pirati. Nel 1754 il paese fu occupato dalle truppe austriache e intorno al 1800 le montagne sovrastanti furono teatro di cruente battaglie tra gli austriaci e l'esercito di Napoleone Bonaparte. Nel 1815 verrà inglobato nel Regno di Sardegna, così come stabilirà il Congresso di Vienna del 1814 anche per gli altri comuni della Repubblica Ligure ed è in questo periodo che Sori vide un'ulteriore rinascita.

Tra il 1816 e il 1818 venne realizzata l'attuale via Aurelia e nel 1870 la ferrovia permise il collegamento di Genova con Roma. All'inizio del 1900 vennero costruiti l'asilo, la scuola elementare e media e l'acquedotto. Oggi il paese non ha più l'importanza e la valenza turistica di una volta, ma cerca di conservare la tranquillità e il fascino offrendo a chi lo vive e frequenta, un modo di vivere ancora a misura d'uomo.

Nonostante l'estensione ridotta Sori presenta alcuni monumenti di pregio.
La chiesa di Santa Margherita è stata eretta tra il 1711 e il 1714 da Antonio Maria Ricca.
La chiesa di Santa Maria Immacolata è situata presso la frazione di Sussisa e la sua edificazione è risalente al 1754 quando fu eretta una cappella intitolata alla Santissima Concezione con tre altari all'interno. Quest'ultimi sono dedicati ai santi Giacomo il Maggiore e Filippo e ai santi Matteo e Ferrando. La chiesa fu eretta in parrocchia autonoma tramite l'apposito decreto del cardinale Tommaso Pio Boggiani del 12 ottobre 1920.
L'oratorio di Santa Maria delle Graziepresenta una facciata del tardo rinascimento in pietra bianca e l'ultimo restauro è risalente al 1897.
Il Ponte napoleonico ad arco in pietra da taglio è un tracciato della via Aurelia dai primordi del XIX secolo al 1937 (spostamento del tracciato sul viadotto) e dal 1944 al 1948 (distruzione e ricostruzione postbellica del viadotto. Oggi è percorso da via Garibaldi e raccorda la viabilità proveniente dalla ex statale n. 1 Aurelia (oggi SP) alla SP 71 del Monte Cornua per le frazioni e la val Fontanabuona.

Via Sant'Erasmo è l'originario tracciato della via Aurelia fino alla costruzione del ponte "napoleonico", la via Sant'Erasmo, nota a Sori come il carruggio, è la strada più antica e meglio conservata del capoluogo, risparmiata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. E' fiancheggiata da due schiere continue di palazzi alti da quattro a sei piani, che formano un borgo compatto all'occorrenza difendibile contro assalti provenienti dal mare, secondo l'uso tipico degli antichi borghi marinari genovesi. Collega la zona a mare, in prossimità del santuario di N.S. delle Grazie, con la via Aurelia, mediante un ripido tracciato in salita. A circa metà dell'ascesa si apre lato mare la piazzetta di Sant'Erasmo, su cui si affaccia l'omonimo oratorio, oggi utilizzato quale auditorium e sede del locale coro polifonico.

Recco

Recco è una rinomata località turistica del Golfo Paradiso, una sorta di porta di accesso dal capoluogo verso la Riviera di Levante e il Tigullio.

Nel 2001 con decreto presidenziale il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha insignito il Comune di Recco del titolo di Città.

Il Santuario di Nostra Signora del Suffragio risale al XVIII secolo.

La chiesa dei Santi Giovanni Battista e Giovanni Bono, già antico edificio di culto del borgo recchelino, è stata interamente ricostruita tra gli anni quaranta e cinquanta del XX secolo dopo i massicci bombardamenti arei che si verificarono il 10 novembre e il 27 dicembre 1943 durante la seconda guerra mondiale.

Nella chiesa di Nostra Signora delle Grazie presso la frazione di Megli è conservata una presunta reliquia: una spina della corona di Gesù.

La chiesa di San Rocco. Secondo alcune fonti, non documentabili storicamente, si ritiene che originariamente sul luogo dell'attuale chiesa vi fosse già presente una cappella dedicata a san Terenziano. Sarà la violenta epidemia della peste che tra il XV e il XVI secolo muterà nell'odierna intitolazione verso san Rocco, santo patrono dei pellegrini e invocato dai credenti contro le pestilenze. Nel corso del XIX secolo fu iniziato un accurato restauro quali la tinteggiatura della volta della chiesa e l'edificazione del campanile. Nel 1936 fu elevata al titolo di vicariato autonomo e dal 15 agosto 1946 la nomina parrocchiale. All'interno dell'edificio sono presenti tre altari dedicati a san Rocco, alla Nostra Signora degli Angeli e ai santi Giacomo e Filippo.

Complesso conventuale di San Francesco. Edificato nel 1496 e completamente ricostruito con lo stile originario nel dopoguerra.

La chiesa di San Michele Arcangelo e del Santo Crocifisso, del XVI secolo, è sede di una delle più antiche confraternite della Liguria, fondata nel 1399.

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