Varazze

La Riviera del Beigua

Riviera delle Palme

Albissola Marina

Albissola Marina è un centro turistico importante nella Riviera delle Palme.

Il nucleo della cittadina si formò intorno al XV secolo.
La località vanta una tradizione secolare nella produzione di ceramiche che i suoi maestri esportarono in tutto il mondo. Tutt'oggi Albissola ospita numerosi laboratori artigianali di pregio.

La passeggiata a mare è conosciuta come Lungomare degli Artisti perché dal 1963 è stato decorato con piastrelle e riquadri decorativi in gres ceramico da famosi artisti contemporanei come Lucio Fontana, Asger Jorn, Aligi Sassu, Roberto Crippa, Giuseppe Capogrossi e molti altri.

La chiesa parrocchiale di Nostra Signora della Concordia eretta alla fine del XVI secolo, ma con facciata del 1903, custodisce al suo interno una pala d'altare in formelle di maiolica, sculture di Anton Maria Maragliano e del Ponsonelli del XVII secolo.

L'oratorio di San Giuseppe eretto nel 1608 conserva tele e sculture pregiati.

Villa Faraggiana, costruita nel XVIII secolo è oggi sede di un piccolo museo. Pregevoli le belle sale decorate e il parco esterno, ornato con statue e fontane.

In città sono visitabili due musei dedicati alla fiorente arte della ceramica, la Casa Fabbrica Museo "G. Mazzotti" e il Museo del Centro Studi "A. Jorn".

Albisola Superiore

Albisola Superiore sorge sull'altra riva del torrente Sansobbia, che la divide da Albissola Marina. Nonostante oggi sia una rinomata località turistica estiva nella Riviera delle Palme, il nucleo della cittadina sorge più verso l'entroterra. Scavi archeologici hanno riportato alla luce alcuni resti dell'antico insediamento di Alba Docilia, di epoca romana.

Nonostante la ridotta dimensione della cittadina, Albisola raccoglie numerosi monumenti degni di nota.

Il Castello di Albisola fu edificato nell'antica località di Castellaro e il primo documento citante il castello è risalente al 1121 o al 1222; si suppone, però, che la sua edificazione sia molto più anteriore a tale data. Il castello fu al centro delle lotte di dominio tra la Repubblica di Genova e Savona e furono proprio i Genovesi ad espugnare il maniero, controllato dai Savonesi, e dopo un lungo assedio, nel 1227.
A seguito della sottomissione di Savona nei confronti di Genova, nel 1250, le proprietà terriere di Albisola e quindi anche il castello passarono sotto il controllo genovese.

Villa romana. I resti di una villa risalente all'Impero romano sono ancora oggi visibili nei pressi della locale stazione ferroviaria e adiacente alla chiesa di San Pietro. Secondo gli studi, effettuati dagli storici dopo l'eccezionale ritrovamento archeologico, potrebbero collegarsi ad una dimora residenziale avente una superficie di circa novemila metri quadrati. Il suo uso era, oltre che come abitazione, destinata ad uso agricolo con apposite stanze e vani per tale scopo.
Gli appartamenti destinati ad uso privato della famiglia erano molto probabilmente abbelliti da pavimenti con decorazione musiva e soffitti affrescati; proprio quest'ultimi elementi decorativi, come sostengono gli studi e supportati dai numerosi resti, potrebbero avere avuto il massimo splendore artistico tra il I e II secolo.

La chiesa di San Nicolò venne eretta ai piedi di un'altura nel XVII secolo. Al suo interno sono conservati affreschi del XVIII secolo del Brusco ed un pulpito ligneo barocco del 1655. Sono inoltre custodite sculture del barocco di Anton Maria Maragliano e dello Schiaffino. All'interno della sacrestia, una raccolta archeologica, espone reperti provenienti dagli scavi locali databili dal III secolo al V secolo.

La chiesa di San Pietro fu edificata adiacente i ritrovamenti archeologici di Villa romana, Alba Docilia, utilizzando proprio i muri di un vano dell'ala residenziale della villa imperiale romana. La chiesa, intitolata all'apostolo Pietro, fu interessata dal terremoto del 1887 (Terremoto di Diano Marina) che causò danni all'antica struttura in stile romanico. La ricostruzione dell'edificio fu affidata all'architetto Alfredo D'Andrade conservando lo stesso stile architettonico; la facciata presenta, come nei canoni dello stile medievale, un piccolo pronao con ai lati due leoni.
Al suo interno si conservano tre dipinti: San Pietro e Paolo del 1895 della pittrice Giovanna Lomellini d'Aragona, la Madonna della Misericordia di Antonio Siri, e il Cristo in Croce, nella parte sinistra dell'abside, del pittore Toni Salem. Conserva inoltre una scultura lignea raffigurante la Madonna, del XV secolo, e un bassorilievo di Giacomo Manzù.

La chiesa di Santa Maria Maddalena situata nella parte meridionale della frazione di Ellera, in località detta "dell'Eremita" su un'ansa del torrente Sansobbia, l'attuale edificio religioso di santa Maria Maddalena è risalente al 1590. Secondo alcune fonti e studi sulla struttura la sua edificazione potrebbe essere databile alla seconda metà del X secolo anche se la prima citazione di tale edificio è risalente ad un atto del 1179.
L'edificio religioso si presenta ad oggi parzialmente in rovina, ma sono comunque visitabili le tre stanze, di cui due comunicanti, aventi un soffitto affrescato di color azzurro con stelle dorate. Il campanile è invece databile ad un'epoca posteriore rispetto all'attigua chiesa.

La chiesa della Madonna del Carmine, sita nella piazza omonima, fu edificata verso la fine del XVIII secolo. L'interno presenta una volta a crociera dal vicino campanile con inserti di materiale in cotto e ceramica. L'edificio è stato recentemente interessato ad interventi di restauro.

La chiesa di Nostra Signora Stella Maris eretta negli anni trenta del XX secolo nella località di Albisola Capo presenta una struttura a pianta latina. Tra le opere conservate all'interno della parrocchiale, oltre all'argenteo-dorato tabernacolo di Giacomo Manzù, vi è una statua in legno ritraente la Madonna col Bambino del XVII secolo.

La chiesa di San Matteo è stata edificata negli anni novanta del Novecento ed intitolata a san Matteo. All'interno è conservato un crocifisso in ceramica dell'artista Toni Salem mentre nel seminterrato è stato allestito un presepe meccanico permanente, realizzato da Renato Picone e raffigurante il paese di Albisola Superiore verso la fine del XIX secolo.

Meritano una visita Villa Gavotti e Villa Balbi, risalente al XVI secolo.

La cittadina conserva il Museo "Manlio Trucco" dedicato al fiorente artigianato della ceramica.

Un pista ciclopedonale di 3,2 km collega Albisola alla vicina Celle Ligure.

Santuario della Madonna della Pace

Il Santuario della Madonna della Pace è un antico santuario mariano situato ad Albisola Superiore sulla strada provinciale del Sassello.

L'apparizione

Il 18 ottobre del 1482 si svolse sul luogo dove oggi sorge il santuario una violenta lite, e dove si arrivò allo scontro, tra gli abitanti delle due comunità di Albisola e Stella.
Il motivo del contenzioso fu legato per lo più ai confini territoriali e del pascolo e cercarono di sedare l'imminente rivolta le più alte cariche politiche e religiose dell'epoca. I tentativi di pacificazione avviati dai due podestà di Savona e Varazze, dal Senato della Repubblica di Genova e dal vescovo di Savona furono totalmente inutili tanto che le due comunità arrivarono alla scontro armato diretto.

Secondo la tradizione sul campo di battaglia apparve all'improvviso all'orizzonte una nube luminosa e nel mentre si udì per tre volte, da una "voce dolcissima" come racconta la leggenda paesana, la parola "Pace". Le due comunità che videro nel fatto un "intervento miracoloso" della Vergine Maria cessarono la battaglia e le ostilità, giurando e mantenendo nel tempo la pace tra i borghi vicini.

Sul luogo del presunto evento miracoloso fu edificata in seguito una piccola cappella, corrispondente all'odierna cripta del santuario, e nel 1578 fu edificato l'attuale edificio per il continuo afflusso di devoti intitolandolo proprio alla Madonna della Pace. Il santuario verrà consacrato dal vescovo di Noli il 22 ottobre del 1716.

La storia

Dopo la sua edificazione, il santuario fu affidato prima al clero secolare e in seguito all'Ordine dei Frati Minori Conventuali scalzi.
Dal 1628 al 1805 fu invece proprietà dell'Ordine di Sant'Agostino. A partire da tale data, dove la Liguria subì la dominazione francese di Napoleone Bonaparte, la chiesa divenne proprietà del Comune di Albisola che nel 1820 affidò l'edificio religioso agli Osservanti Riformati di San Francesco d'Assisi.

Tra il 1884 e il 1907 contrasti tra l'ordine religioso francescano e il Comune porteranno i primi a lasciare il santuario e affidando pertanto la struttura ai Redentoristi fino al 1914; da tale data il santuario viene abbandonato da quest'ultimi divenendo così luogo di rifugio dei profughi della Prima guerra mondiale dalle terre irredente.

Al termine del primo conflitto bellico, nel 1919, la proprietà passò ai Padri Dehoniani che stabilirono al santuario la sede del locale convento e del loro noviziato per aspiranti religiosi e missionari.

La struttura

La struttura dell'edificio subì una notevole modifica in occasione del 400° centenario nel 1882; l'ingresso venne trasferito sulla nuova strada e venne completamente rifatta la facciata esterna. Nei lavori venne inoltre aggiunto un nuovo corpo absidato dove anticamente vi era l'originale ingresso alla struttura.

Al suo interno, diviso in tre navate, sono affrescate diverse opere pittoriche raffiguranti per lo più le scene della battaglia; nella volta della navate centrale è affrescata la raffigurazione dello scontro del 1482, mentre nel catino dell'abside vi è un'opera ritraente la Madonna col Bambino che porge un ramoscello di ulivo a simboleggiare il volere della pace tra le due comunità.

Il presbiterio è decorato con una tela del pittore Giovanni Battista Paggi raffigurante L'Annunciazione, mentre all'interno della navata sinistra, coevo alla prima cappella, si trova un affresco de L'Apparizione della Madonna della Pace attribuito forse al pittore fra Simone Dondo da Carnoli di Voltri; l'affresco è stato qui trasportato nel 1845 dall'antica e originaria cappella-cripta del 1482. Sempre all'interno della stessa navata sono presenti ai lati scene di vita della Vergine Maria, mentre nella volta sono raffigurati gli eventi storici del santuario.

La cripta

Il soffitto dell'antica cappella è stata decorata dal pittore G.B. Picchio, allievo del Paggi, nel 1632 con la raffigurazione dell'Assunzione della Vergine e la Trinità in gloria. All'interno della cripta è presente una statua in marmo avente per soggetto la Madonna col Bambino databile alla seconda metà del XVII secolo e forse attribuita allo scultore Filippo Parodi, quest'ultimo allievo del celebre Gian Lorenzo Bernini.

Celle Ligure

Celle mantiene ancora l'aspetto dell'antico borgo marinaro. È una rinomata località turistica conosciuta in tutta il mondo.

La prima citazione ufficiale di Celle Ligure è risalente al 1014 in un documento relativo alla donazione di terre, da parte di signori lombardo-piemontesi e liguri, nel fondo chiamato di Cellae.

In quelle terre gli Aleramici costruirono un monastero dedicato a San Benigno, anche se dati certi farebbero risalire la costruzione antecedente il 1014. Studi compiuti sul territorio cellese, rilevano una probabile fondazione del nucleo abitativo all'interno del territorio stesso, collegando la stessa soluzione alle città vicine di Varazze e Albissola.

Proprio con queste due cittadine Celle condivise la sua storia medievale, fino alla scorporazione del territorio in nuovi domini feudali.

Nel XII secolo i Marchesi di Ponzone, discendenti di Ugo pronipote di Aleramo del Monferrato, ereditarono il piccolo feudo di Celle dominandolo per circa due secoli, causando talvolta contrasti e domini dei signori di Genova e Savona.

Nel periodo dominato dalla famiglia Ponzone, parenti con la nobile famiglia genovese i Doria, si ebbe il Trattato di Pace tra Enrico Giacomo e Ponzio - signori di Celle - con il comune di Savona. Il trattato stabilì il giuramento di Celle, Varazze, Albisola, Sassello e Ponzone al comune savonese, che dominò con donna Ursa questi borghi. Nel XIII secolo le terre di Celle passarono al controllo della famiglia Malocelli insieme a Guglielmo, divenuto console di Genova nel 1207.

La Signoria verrà donata dagli stessi Malocelli nel 1290 al capoluogo genovese. Genova assunse pieno controllo di Celle, ma anche delle terre vicine, nel XIV secolo grazie alla nomina di Oberto Doria, vincitore della Battaglia della Meloria, al quale succedettero i suoi discendenti.

Nel 1343 Simone Boccanegra consentì la formazione di una nuova podesteria tra i comuni di Varazze, Celle ed Albissola, con la ferrea clausola che sarà il comune di Genova a nominare annualmente il podestà.

Nella concessione si stabilì l'indipendenza municipale, tramite statuti, di ogni singolo comune formante la podestà. Le terre della podesteria causarono, proprio a Celle, forte rivalità con il comune di Savona che ne pretendeva la cessione.

Nel 1529 la città è sconvolta dalla guerra locale con Savona, le mura e il porto vennero distrutti così come parte della città vecchia. Un decreto della Repubblica di Genova, il 20 luglio 1529, decretò definitivamente i confini territoriali di Celle, ancora oggi nella sua originalità.

Nel XVI secolo la paura di un facile attacco barbaresco fa sì che si procedette alla fortificazione del borgo, supportato dall'ausilio della repubblica genovese. Vennero erette due manieri, chiamati di Levante e di Ponente; il primo costruito adiacente al mare, il secondo sul colle.

Nei secoli XVII e XVIII l'economia cellese subì un maggiore incremento, grazie al commercio dei prodotti con la Francia, Spagna e le Americhe. L'era commerciale però fini quasi subito, a seguito dei forti dazi doganali imposti da Napoleone Bonaparte, gettando in una lenta decadenza il paese.

Chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo. I lavori di edificazione iniziarono il 24 luglio 1629 nel luogo stesso ove si trovava l'antica chiesa medievale. Di quest'ultima si conservò il campanile e la nuova chiesa venne consacrata l'8 ottobre 1645 dal vescovo di Savona. All'interno è conservato un polittico del pittore Perino del Vaga, discepolo di Raffaello, dipinto nel 1535 e raffigurante San Michele Arcangelo.

Varazze

Il borgo sorse adiacente alla stazione dell'Impero romano denominata Ad Navalia.
La prima citazione ufficiale del nome, indicata sulla Tavola Peutingeriana, fu nel X secolo con il toponimo Varagine.

In seguito fu aspramente conteso tra le città di Savona e Genova per il controllo del borgo, specie della fiorente attività cantieristica delle costruzioni delle navi, quando divenne feudo della famiglia Ponzone. Si costituì in comune autonomo nel 1227 ed ereditato dai Malocello che vendettero il borgo alla Repubblica di Genova nel 1290. La repubblica lo eresse in podesteria, ottenendo dalla nuova istituzione ampi territori e giurisdizioni tra cui Celle Ligure e Albissola.

Nel 1525, durante una battaglia navale, Ugo De Moncada, comandante della flotta di Carlo V, qui vi fu sconfitto e fatto prigioniero. Segui quindi le sorti di Genova, ottenendo propri Statuti, fino al 1798 anno in cui Napoleone Bonaparte decretò lo scioglimento della repubblica e l'annessione in territorio francese.

Divenne quindi a far parte del Regno di Sardegna nel 1815, alla caduta dell'imperatore francese, e nel successivo Regno d'Italia.

Il nucleo medievale più antico (del XI secolo), esteso fra il torrente Teiro e l'attuale Via Buranello, era cinto da mura (se ne conserva qualche avanzo in Via Paseri) e si appoggiava al dosso collinare che domina il mare e la valle del Teiro. Il borgo murato si apriva con cinque porte sia verso l'interno, sia verso i sobborghi allungati lungo la spiaggia: il Solaro a levante e il Borghetto a ponente. Ampi orti e giardini di limoni cintati completavano il tradizionale assetto urbanistico che, se in un primo tempo fu congeniale allo sviluppo del turismo d'élite.

La chiesa di San Domenico eretta sull'area di un preesistente convento del 1419, presenta all'interno affreschi di scuola senese ed un polittico del XVI secolo. Pregevole il chiostro e la sala capitolare con contrafforti ogivali.

La chiesa dei SS. Nazario e Celso, costruita nel Cinquecento, presenta una probabile origine romanica dell'edificio, con facciata del 1870.

La chiesa di Sant'Ambrogio, eretta nel Medioevo, incorporata in un tratto delle mura del XIV secolo, si presenta con facciata in stile romanico e un campanile cuspidato a tre ordini di trifore (appartenente ad un edificio più antico) in stile romanico-gotico. Al suo interno sono conservati un polittico di Giovanni Barbagelata, raffigurante "Sant'Ambrogio, Santi e Angeli musicanti", e una tavola di Luca Cambiaso della Madonna con i Santi Giovanni Battista e Francesco. La monumentale facciata, in stile barocco, è stata eseguita nel 1916 su disegno del varazzino Luigi Guglielmo Camogli.

In località Piani d'Invrea sorge la chiesa di Santa Maria in Latronorio che risale al XII secolo e conserva della primitiva costruzione un portale ogivale. All'interno è conservato un grande affresco del XIII secolo.

Santuario di Santa Caterina da Siena, eretto nel XVII secolo, la facciata è stata completamente rifatta nel 1940.

Convento dei Frati Cappuccini sito sulla collina di Tasca, fu costruito nel Seicento.

Dal Convento di Sant'Anna del Deserto, sulle alture di Varazze, si gode una splendida vista dell'intero golfo.

Stella

Il comune è situato nell'Appennino Ligure, nell'alto bacino del torrente Sansobbia nel Parco naturale regionale del Beigua. L'abitato è costituito da cinque frazioni: San Giovanni (capoluogo comunale), Gameragna, San Bernardo, Santa Giustina, San Martino, storicamente riconosciute dalla comunità e dallo statuto comunale e poste ai vertici di un'ipotetica Stella, da cui il nome.

Immersa nel verde e ideale per escursioni naturalistiche Stella ha anche un discreto patrimonio architettonico.
La chiesa parrocchiale di San Giovanni, costruita nella seconda metà del XIX secolo, domina il centro storico del capoluogo.
La cappella della Madonna del Salto, in località Salto nella frazione di San Giovanni, in origine era dedicata a San Rocco. La nuova dedicazione si deve ad un cavaliere che cadendo in un dirupo si rialzò illeso. L'attuale edificio risale al 1874.
I ruderi della cinta muraria e il castello di Stella, posto nella frazione di San Giovanni in un punto dominante sull'abitato e sulle valli, con la sua torre risalente al XIV secolo. Fu abbandonato nel Cinquecento. Costituiva un tempo, con il castellaro di Albisola Superiore, un unico sistema difensivo per la valle del Sansobbia. Il castello è collegato a vista con la sottostante Torre del Mezzano che serviva a controllare l'antica strada che da Albisola Superiore risaliva a Stella. Il complesso, attualmente adibito ad abitazioni private, era costituito dalla torre, da un albergo e una locanda per i viandanti, dalle stalle e da una doppia cinta muraria.
Il Palazzo Regnasco a San Martino, con affresco della Mater Misericordiae sulla meridiana della facciata.
La casa museo della famiglia Pertini a San Giovanni, luogo natale del settimo presidente della Repubblica Italiana.

Sassello

Il territorio comunale è particolarmente interessante dal punto di vista naturale e geologico, in particolare tra la piana del torrente Erro e la foresta di pino nero della Deiva. Tra la flora sono segnalate la presenza delle orchidee, dell'ontano nero e la felce di Maranta; tra le specie animali l'uccello biancone e, tra i pesci, lo scazzone, la lasca, il vairone e il barbo.

Nel centro storico di Sassello si può visitare la chiesa parrocchiale della Santissima Trinità, costruita tra il 1654 e il 1725 è preceduta da un colonnato e conserva pregiati affreschi del XVIII secolo di Paolo Gerolamo Brusco e diverse tele di scuola pittorica genovese del Seicento e Settecento.
Molto più antica è la chiesa di San Giovanni Battista, il primo edificio di culto di Sassello, che fu eretto nell'XI secolo ed in seguito più volte rimaneggiata perdendo così l'aspetto della sua struttura originale. Conserva tele del Cinquecento e del Seicento, così come alcune sculture di scuola genovese tra cui una statua di Anton Maria Maragliano.
La basilica dell'Immacolata Concezione è un edificio religioso edificato tra il 1582 e il 1584, anticamente annesso ad un convento di frati minori. Conserva al suo interno una scultura del XVII secolo di Pasquale Navone, tele e affreschi di Lorenzo De Ferrari e Paolo Gerolamo Brusco.

Nella piazzetta antistante la basilica dell'Immacolata Concezione si può trovare il palazzo Doria-Perrando, edificato nel XVII secolo e rimaneggiato verso la metà del XIX secolo; il palazzo è oggi sede del municipio.
Presso il palazzo Gervino è stato allestito dal 2008 un centro visite dedicato ai temi della geologia e geomorfologia del territorio e del parco naturale regionale del Beigua. A poca distanza della chiesa di San Rocco è ubicato il ponte medievale.

Il condottiero Branca Doria, autonominatosi Signore di Sassello e citato da Dante Alighieri in un canto dell'Inferno, con alcuni esuli cittadini ad erigere presso l'attuale borgo di Bastia Soprana un castello dove già anticamente sorgeva una torre d'avvistamento. I successivi contrasti e le azioni contro Genova tra il Doria e la Repubblica di Genova porteranno quest'ultima ad un assedio della fortezza che fu rasa al suolo.
Nel 1450 il successore Filippo Doria eresse presso Bastia Sottana un nuovo castello, al quale si coagulò l'abitato. Divenuta la repubblica genovese proprietaria del borgo sassellese, la fortezza subì negli anni successivi gli scontri tra quest'ultima e i Savoia nel 1672 e ancora nel 1747. Del primitivo castello di Bastia Soprana rimangono ad oggi su un'altura ad est dell'abitato i resti della torre, detta "Saracena", mentre a Sottana gli scarsi resti delle parti murarie nei pressi del borgo.

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