Porto turistico di Loano

La Riviera delle Palme Loanese

Riviera delle Palme

Loano

Con le sue lunghe spiagge e i suoi alberghi Loano si presenta come un'importante località turistica della Riviera delle Palme, anche grazie al suo moderno e attezzato porto turistico.

L'edificio più bello del centro storico è senza dubbio la Torre dell'orologio, di stile barocco reca lo stemma della città.
Al primo piano del Municipio, in piazza Italia, è conservato un mosaico pavimentale romano risalente al III secolo.
Davanti al palazzo comunale si trova la seicentesca chiesa di San Giovanni Battista.

Borghetto Santo Spirito

Secondo le fonti storiche venne fondato dal comune di Albenga nel 1288, costruendo una cinta muraria nel 1297, alla foce del torrente Varatella. Tali mura vennero edificate come avamposto nella disputa che la opponeva alla vicina Loano, di proprietà della famiglia Doria.

L'origine del nome va ricercata, secondo le nozioni storiche locali, dal nome dell'ospizio dei monaci di Santo Spirito, edificato nel corso del XII secolo.

Nella prima metà del XIV secolo divenne feudo della famiglia Doria, annettendo il territorio alla Repubblica di Genova.

Nel 1797, subì l'invasione francese di Napoleone Bonaparte e alla caduta di essi divenne comune del Regno di Sardegna (1815). Seguì quindi l'annessione al Regno d'Italia nel 1861.

Da vedere la chiesa parrocchiale di San Matteo, edificata nel XVII secolo, con il campanile in stile barocco.
Il Castello Borelli, sito a capo Santo Spirito è stato costruito nel XIX secolo.

Pietra Ligure

Pietra Ligure deve il suo nome all'antico castello che si erge sullo spuntone di roccia esposto a nord-est, dominando la baia, la costa e le colline circostanti. Castrum et Oppidum Petrae, il castello di pietra, costruito nel VII - VIII secolo ed abitato a lungo dai vescovi di Albenga, che nel 1100 ne fecero loro dimora estiva.

I primi insediamenti umani nella zona, risalenti al periodo neolitico, sono attestati dai vari reperti archeologici rinvenuti nelle caverne del monte Trabocchetto (Rocca delle Fene). Tra i vari reperti alcuni attrezzi per la caccia e la difesa, ma anche tracce di focolare.

Il centro storico di Pietra Ligure, caratterizzato dai caruggi (le strette vie tipiche dei borghi liguri) è uno dei più tipici e architettonicamente interessanti della Liguria. Dopo i recenti lavori di riqualificazione è oggi quasi completamente un'isola pedonale. Benché il tessuto commerciale e turistico sia ben sviluppato, la parte più antica del centro storico di Pietra Ligure (che si sviluppa intorno all'antica chiesa parrocchiale, offre angoli tranquilli e suggestivi. Gli antichi ingressi della città vecchia sono stati recentemente restaurati e riportati al loro aspetto originario. Il centro storico ha il suo naturale sbocco (attraverso due archivolti) sul lungomare Giovanni Bado, ornato da palme e giardini. Durante i mesi estivi, il lungomare è quasi sempre affollato da turisti e residenti, attirati dai numerosi esercizi pubblici e dagli eventi dell'estate pietrese, tra i quali si possono citare i fuochi artificiali in occasione della festa del Miracolo (8 luglio) e dell'Assunta (15 agosto).

L'antico nome della città era La Pietra, e faceva riferimento all'imponente scoglio calcareo che si trova a levante del centro storico, sopra il quale fu costruito il castro romano. Il castello, ingrandito nel periodo delle invasioni barbariche e saracene (VI-IX secolo), era di proprietà vescovile e raggiunse le sue attuali dimensioni nel XVI secolo. Si ritiene che questo sbarramento naturale, facilmente difendibile, costituisse un caposaldo di confine fra i Bizantini e i Longobardi.
Il castrum bizantino fu distrutto probabilmente da Rotari, ma nello stesso sito sorse nel XII secolo il castello medievale, roccaforte dei Vescovi di Albenga, soggetta allora a frequenti attacchi da parte dei Del Carretto di Finale. A ovest del castello si sviluppò un borgo, cinto da mura turrite, dotato di 5 porte e precisamente la porta della marina protetta da un bastione a sud, la porta di S. Caterina vicino all'omonimo Oratorio campestre a nord, la porta del portino protetta dalla torre di via Rocca Crovara e la porta reale ad ovest, la porta del macello ad est. Dopo alterne vicende, il borgo fu definitivamente ceduto dal papa Urbano VIII a Genova, nel 1385, e acquistò notevole importanza quale punta avanzata della Repubblica tra il Finalese e Loano, feudo dei Doria.
Il castello rimase invece proprietà dei vescovi di Albenga, che lo cedettero agli Arnaldo alla fine del Trecento. Passò poi in possesso di altre famiglie patrizie e fu ampliato nel Settecento con l'aggiunta di un'ala verso sud-ovest. La parte medievale, alla fine degli anni cinquanta, è stata ristrutturata e trasformata in locale di ritrovo. La solida muratura appoggiata direttamente sulla roccia, la posizione impervia, i passaggi voltati e i bassi locali detti "Grimaldina", per il fatto che vi furono imprigionati i Grimaldi alla fine del Trecento, giustificano l'importanza che il castello esercitò nel sistema difensivo locale.

La costruzione della chiesa parrocchiale della Basilica di San Nicolò venne decisa per voto dalla Comunità in seguito al miracolo della liberazione dalla peste operata, secondo la leggenda da san Nicola di Bari nel 1525. Tuttavia le discussioni sul luogo dell'edificazione si protrassero fino alla prima metà del XVIII secolo.
Grazie all'intervento del colonnello Matteo Vinzoni inviato dalla Repubblica di Genova, venne deciso di costruire l'opera nell'ampio arenile fronteggiante il borgo. Tra i diversi progetti presentati vinse quello dell'architetto genovese Giovanni Battista Montaldo, che disegnò la chiesa ad unica ampia navata coperta da volta a padiglione con 6 cappelle laterali (san Francesco d'Assisi, san Giuseppe, Addolorata, san Isidoro, Assunta e Crocefissione) che vennero completate da nobili famiglie pietresi e due ampie cappelle emisferiche ai lati dell'Altare Maggiore dedicate al Sacro Cuore di Gesù e a Sant'Antonio abate, innalzate dalle due omonime Compagnie. I lavori iniziarono nel 1750 e si protrassero per 41 anni, la Chiesa benché incompiuta e con un solo campanile venne benedetta il 25 novembre del 1791. La lunghezza interna è di 56 metri, la larghezza di m 27.50 e la navata centrale è alta 25 metri. Nel 1792 nella chiesa viene installato un pregevole coro in noce scuro proveniente dall'antica cattedrale di Marsiglia salvato dal rogo, nel corso degli eventi rivoluzionari ed acquistato dal comandante di un bastimento pietrese. Con la caduta della repubblica genovese e la successiva invasione francese i lavori vengono sospesi. Nel 1814, al termine della dominazione napoleonica iniziano i lavori di completamento, le prime 3 campane della fonderia Bozzoli di Genova, la facciata, le pitture e decorazioni interne, l'altare maggiore. Nel 1863 viene completata la facciata ed il secondo campanile (a mare), alla sommità del quale, 12 marinai pietresi nel 1878 isseranno il nuovo campanone della fonderia Boero di Genova che nel 1964 verrà trasferito nella cella superiore del campanile a monte. La chiesa viene solennemente consacrata l'8 luglio 1891 suo primo centenario.
Dal 1986 al 1992 si procede alla realizzazione dei portali in bronzo, dal portone centrale, alle due porte minori della facciata, alla porta laterale opera dello scultore Andrea Monfredini. Nel 1986 - 1987 sul campanile a mare vengono installate 8 campane in Sol maggiore. Tra le opere pregevoli l'icona su legno di S. Nicolò dipinta da Giovanni Barbagelata (pittore genovese) nel 1498 e installata nell'abside; un crocefisso processionale(già della Confraternita di S. Caterina) attribuito ad A.M. Maragliano di Genova; i due gruppi processionali dell'Assunta (1858) e si S. Nicolò (1877) del savonese Antonio Brilla.
L'attuale complesso campanario dispone di 13 campane suddivise tra le 4 celle campanarie dei due campanili. Nella cella inferiore del campanile a monte sono installate a sistema controbilanciato le 4 campane con le quali viene dato l'annuncio del culto.

campana dell'agonia o di S. Giuseppe fusione fonderia Boero Genova 1878 nota Si3.
campana della Messa fusione fonderia Bozzoli Genova 1814 nota La3.
campana di mezzogiorno fusione fonderia Bozzoli Genova 1814 nota Sol3.
campanassa fusione fonderia Boero Genova 1891 nota Fa3.

Nella cella superiore si trova la campana maggiore che suona nelle maggiori festività.

campanone dedicato a S. Nicolò fusione fonderia Boero Genova 1878 nota Mi3.

Nella cella inferiore del campanile a mare sono installate le 4 campane maggiori dotate di inceppatura controbilanciata del nuovo complesso (Sol3-La3-Si3-Do4) e nella cella superiore le 4 minori fisse (Re4-Mi4_Fa#4 Sol4)

In occasione dei festeggiamenti per il secondo centenario di vita nel 1992 viene elevata alla dignità di basilica.

Il Santuario Nostra Signora del Soccorso (Frati Minori Francescani) è una delle principali chiese di Pietra Ligure.
Nel XIV secolo nelle paludi del Maremola esisteva una piccola cappella sui cui era dipinta a fresco un'immagine della Vergine con il Bambino. Nel 1548 la Comunità pietrese, a seguito di visioni e miracoli verificatisi nel luogo, decise la costruzione di fronte alla cappella di una nuova e più ampia chiesa. Il principe Doria chiese alla Comunità di poter costruire nelle vicinanze un convento di frati minori per la gestione della nuova chiesa.
Nel 1608 con mirabile operazione venne staccato dalla Cappella il muro su cui era l'affresco trasferito sul frontone del nuovo altare maggiore in marmo. Nel periodo napoleonico la chiesa venne chiusa, il convento requisito, e i frati allontanati. In seguito si costruirono un nuovo convento sul lato a monte della chiesa. Dal 1969 la chiesa gestita dall'ordine minore francescano è divenuta parrocchiale. Tutto il complesso è stato restaurato e riportato al semplice stile originario. Il campanile barocco ospita un concerto di 7 campane in Do maggiore.

Oratorio dei Bianchi. Dopo che l'antica Pieve posta dietro il castello, intorno alla quale si trovava il cimitero, che era stata consacrata nel 465 da Gaudenzio vescovo di Albenga divenne insufficiente, nell'anno 885 venne consacrato dal vescovo san Benedetto Revelli una nuova chiesa al centro dell'antico borgo murato.
In seguito questo edificio venne ricostruito in stile romanico e consacrato il 13 giugno del 1384. Per molti mesi all'anno diveniva Cattedrale, in quanto i vescovi di Albenga, a causa della malaria che imperversava nelle pianure del Centa, risiedevano nel Castello pietrese. Al suo interno si conservava il trono vescovile che nel 1791 venne trasferito nella nuova Chiesa parrocchiale.
L'interno a tre navate è diviso da 4 colonne in pietra di Verezzi e due poderosi pilastri uno dei quali regge il tozzo campanile. Nella cella campanaria sono installate due antiche campane, fuse nel 1505, la maggiore delle quali è detta del miracolo.
Nel 1791, veniva inaugurata la nuova Chiesa parrocchiale e abbandonata in stato cadente, nel 1796 venne concessa dal Parlamento pietrese alla Confraternita dei Disciplinanti che ambiva a possedere un nuovo Oratorio nel centro del borgo. Da tale data la Chiesa è conosciuta come Oratorio della Concezione o dei Bianchi. Chiusa al culto nel periodo della dominazione francese venne riaperta nel 1814 dalla Confraternita che ricostituì il patrimonio distrutto tra cui l'organo a canne Agati-Nicomede e la gestì fino al 1975.
Da tale data la Chiesa venne trasformata in Auditorium e locale per mostre, tuttavia in essa si sono sempre celebrate le S. Messe in occasione della Festa del Miracolo (8 luglio) per la ricorrenza dei defunti (2 novembre) e in occasione della Immacolata Concezione (8 dicembre). Negli anni 2006-2007 è stata restaurata completamente nell'interno e nell'esterno vi sono state ricollocate le opere statuarie lignee ed ha ripreso il titolo di antica Chiesa parrocchiale.

Nel luogo del primo Oratorio della Compagnia dei Battuti o Disciplinanti nel 1481 i Frati Domenicani costruirono una prima Chiesa dedicata alla SS. Annunziata consacrata nel 1519. Sopra la sacrestia venne innalzato il convento dove dimoravano 4 monaci e tra questi, nel 1550 Padre Michele Ghisleri che nel 1566 venne elevato al soglio pontificio prendendo il nome di Pio V, santificato nel 1713.
Questa Chiesa venne ingrandita tra il 1660 ed il 1683 nelle attuali forme. I frati domenicani che abitavano un primitivo convento posto vicino al campanile, verso i primi del XVIII secolo si trasferirono nel nuovo convento sito nell'attuale Via Garibaldi.
La Chiesa rimase aperta fino al 1789, quando le leggi della Repubblica Ligure ordinarono la soppressione dei conventi, quindi allontanando i frati. Nel 1809 dopo essere stata trasformata in deposito, venne concessa come Oratorio alla Confraternita della Morte e Orazione che vi trasferì i suoi arredi ed il culto di Sant'Anna e Santa Lucia donando alla antica parrocchiale la tela di S. Telmo (domenicano spagnolo al secolo Pietro Gonzales)) su cui era fondata una Compagnia di marittimi di cui il Santo era speciale protettore (in suo onore le scariche elettriche che si formano sui pennoni delle navi a causa della corrente statica vengono detti appunto "fuochi di S. Telmo). Ad unica navata, oltre all'Altare maggiore in marmo del 1890 dispone di 4 altari laterali, tra questi il più rimarchevole è quello della Madonna del Rosario, della omonima Compagnia, tutto intasriato di marmi a svariati colori, di fronte a questo l'altare dei SS. Anna, Libera e Liborio la cui tela nel XVIII sec. venne donata dalla nobile famiglia Basadonne e qui traslato nel 1809 dall'Oratorio di S. Lucia; a seguire l'Altare di S. Lucia la cui icona è attribuito al pittore genovese Orazio De Ferrari e di fronte l'Altare di S. Pio V costruito nel 1723. Altri due altari laterali dedicati a S. Vincendo e alla Virgo Potens vennero demoliti e le icone traslate nella Basilica di S. Nicolò.
Sul finire del XIX secolo la chiesa venne completamente restaurata, sia internamente che esternamente, dalla nobildonna pietrese Carlotta Bosio Regina; dotata di orchestra e organo a canne del celebre organaro Trice di Genova. Nel 1979 è stata concessa come Oratorio alla Confraternita di Santa Caterina V.M. che vi conserva la statua della titolare opera del 1858 dovuta allo scalpello del genovese Paolo Garaventa e i grandi Cristi processionali. Tra questi il maggiore, la cui immagine è la copia di una statua scolpita da A.M. Maragliano è conosciuto comunemente come "u pria" è uno dei più grandiosi di tutta la Liguria e raggiunge il peso di 144 kg a seguire un Cristo moro del peso di 117 kg quindi il cristo vivo in quanto è l'unico scolpito in questo attenggiamento del peso di 87 kg e infine il Cristo minore recentemente restaurato e dotato di una nuova statua opera dello scultore equadoregno Luis Yepez di Genova in peso di 72 kg. In questo Oratorio si solennizzano la festività del S. Rosario la prima domenica di ottobre, la festa di S. Caterina V.M. l'ultima domenica di novembre, l'ottavario dei defunti con il canto dell'officio in latino secondo le antiche melodie, nel pomeriggio del giovedì Santo viene allestito il tradizionale altare della reposizione "u sepǜrtu", nel periodo natalizio nella navata è occupata da un grande presepe meccanico visitato da migliaia di persone.
In apposita nicchia si venera il pregevole gruppo statuario processionale della Madonna del Rosario, attribuito al famoso Anton Maria Maragliano di Genova, (portato in processione la prima domenica di ottobre) nell'abside una grande icona del 1593 che raffigura l'Annunciazione di Maria, attribuita a Benedetto Brandimarte di Lucca. Il gotico campanile ospita una campana del 1529.

L'osservatorio spaziale, situato nella località di Castagnabanca, è stato fondato da alcuni astrofili (Associazione Astrofili Orione) nel 1985. Si tratta di uno dei maggiori osservatori liguri. Dotato di una lente molto potente, permette l'osservazione di pianeti e comete. È situato fuori dal centro cittadino, in modo da non essere disturbato dall'inquinamento luminoso.

Pietra Ligure ha un'ampia area verde alle pendici del monte Trabocchetto (Rocca delle Fene). Il parco botanico è curato da giardinieri che si occupano dello sviluppo delle tante piante di specie diverse. Sono inoltre presenti: un tributo a San Francesco, amante delle piante ed animali; un laghetto abitato da pesciolini e tartarughe, attraversato da un ponte, in legno; una zona riservata agli animali.

Borgio Verezzi

Nel 181 a.C., nelle vicinanze del monte Grosso, l'esercito romano, comandato da Lucio Emilio Paolo, sconfisse in una sanguinosa battaglia le tribùlocali.

Non fu facile per i Romani sconfiggere i Liguri, e questa sconfitta fu fondamentale per la sottomissione del territorio . Qui i Romani edificarono la stazione di Pollupice; nell'era cristiana una parte del territorio di Borgio rientrò nei possedimenti dell'Abbazia benedettina di San Pietro in Varatella.

Burgum Albinganeum (possesso del vescovo-conte di Albenga) e Veretium vennero uniti e diventarono località di confine tra due Marchesati (regioni definite da re Berengario II); passato poi sotto il dominio dei Marchesi Del Carretto (che, per un breve periodo, possedettero i due villaggi) si giunse all'anno 1713 quando la Repubblica di Genova prese possesso del Marchesato.

Il comune di Borgio Verezzi nacque ufficialmente nel 1933 dalla unione di due comuni precedenti Borgio (sul mare) e Verezzi (in collina a 250 m s.l.m). Borgio e Verezzi sono due abitati separati ancora oggi.

Le Grotte di Borgio Verezzi furono scoperte nel 1933, tuttavia la loro presenza era nota agli abitanti del luogo, così come alcuni strani fenomeni ad esse collegati.
Ad esempio le acque del Rio Battorezza sembravano essere inghiottite in diversi tratti del suo corso.
Oppure il lago, sul fondo della quasi mitica grotta cui si accede dal pavimento della chiesa di S. Pietro.
Infine il Roggetto: un torrentello che sgorga da una frattura, giusto ai piedi dell'abitato di Borgio.

Le acque immobili e trasparenti dei laghi costituiscono una delle maggiori attrattive del percorso turistico, che si snoda per circa 800 metri all'interno di grandi sale.
La presenza di svariati minerali, rendono le grotte di Borgio Verezzi come "le piùcolorate" d'Italia.

Da non dimenticare i reperti ossei trovati in diverse parti della cavità. Databili tra i 500.000 ed i 750.000 anni fa, comprendono resti di varietà ormai estinte di animali adatti a vivere in climi caldi (rinoceronte, elefante, tigre, coccodrillo, macaco, tartaruga...) e freddi (orso, mammut, cervo, stambecco, cavallo...).

La chiesa di San Pietro venne edificata sui resti dell'antico castello del Burgum Albinganeum nel 1789, e i lavori finirono nel 1808. Qualche anno dopo (nel 1814) la chiesa venne visitata da Papa Pio VII durante il ritorno dalla prigionia francese.
La chiesa presenta una singola navata, con sei cappelle laterali; la facciata è neoclassica, con il portone principale affiancato da quattro colonne corinzie.

Merita una visita anche il Santuario della Madonna del Buon Consiglio.

Toirano

Il borgo fu molto probabilmente frequentato già in epoca romana e successivamente fece parte del limes dei Bizantini e dei Longobardi. Infatti alla confluenza del torrente Barescione con il Varatella era stato posto un presidio bizantino.
Quella zona del borgo di Toirano si chiama ancora oggi "Turacco", che in dialetto ligure significa "torre".

Nel Medioevo appartenne ai vescovi di Albenga, sotto i quali, ottenne statuti propri tra il XII e il XIII secolo. In seguito fu conteso tra la Repubblica di Genova e il Marchesato di Finale Ligure, quando nel 1385 fu assegnato definitivamente alla repubblica da papa Urbano VI seguendone le sorti.

Diverrà quindi territorio del Regno di Sardegna, dopo la caduta della Repubblica Ligure nel 1815, e del successivo Regno d'Italia nel 1861.

Grotte di Toirano, Le grotte di Toirano sono un complesso di cavità carsiche di rilevanza turistica, particolarmente note per la varietà di forme di stalattiti e stalagmiti, per la loro estensione, per la perizia con cui le guide illustrano il percorso turistico lungo oltre un chilometro, per il ritrovamento di tracce dell'homo sapiens di oltre 12.000 anni fa e resti di ursus spelaeus di circa 25.000 anni di età.

Ancora oggi conservato è il caratteristico borgo medievale del quale restano alcuni torrioni e un ponte a tre arcate, oltre all'antica cinta muraria difensiva.

Chiesa di San Martino di Tours, eretta nel XVII secolo presenta alcune tracce del stile romanico, sicuramente di un probabile edificio preesistente. La cappella Garassini conserva l'olio su tela del 1613 con la Pentecoste di Giovanni Carlone.

Oratorio di San Giuseppe, del '600.

Chiesa del Rosario, del '600.

Monastero di San Pietro dei Monti, sito sopra una panoramica vetta rocciosa, ne rimane la chiesa, la cui struttura attuale è risalente al XV secolo, con modifiche successive. Conserva al suo interno tracce di un primitivo affresco.

Santuario di Santa Lucia, costruito nel XVI secolo, presso la grotta omonima, è ogni anno meta di una suggestiva processione con fiaccolata. La statua di Santa Lucia fu commissionata a Taddeo Carlone nel 1603. Certosa dei Certosini. L'edificio fu fondato nel 1495 dai monaci del vicino monastero di San Pietro dei Monti, abbandonato in quei anni per il troppo isolamento con il paese. Da anni è in attesa di restauro.

Il borgo ospita il Museo Etnografico della Val Varatella.

Balestrino

Balestrino si trova nell'immediato entroterra di Loano a pochi chilometri dal mare.

Feudo dei Del Carretto conserva in ottimo stato l'imponente castello medievale. Il complesso venne completamente riedificato nel XVII secolo e restaurato nei secoli successivi con nuovi arredi interni del Seicento e Settecento.

In seguito al rischio idrogeologico l'antico borgo è stato abbandonato. Congelato nel tempo è meta straordinaria per gite archeologiche.

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