Castelli, Forti e Mura genovesi

Castelli, Forti e Mura genovesi

I castelli

Castello d'Albertis

Il Castello d'Albertis, già dimora del capitano di mare Enrico Alberto d'Albertis, attualmente sede del Museo delle Culture del Mondo di Genova, è uno degli edifici storici più apprezzati del capoluogo ligure ed una casa museo.

Dall'alto della collina di Monte Galletto (o Montegalletto), una delle alture del quartiere di Castelletto, al pari dell'omologo castello Mackenzie domina Genova affacciandosi con una vista a tutto campo sul mar Ligure.

Il toponimo Monte Galletto è da intendersi come monte delle ginestre, essendo la zona brulla e priva di alberi per il passaggio delle mura della città. Esso chiude a monte il sestiere di Prè, e faceva parte della parrocchia di San Tommaso. Quando venne costruito il castello, era stata qui da poco aperta la Circonvallazione a monte, una lunga concatenazione di viali che cingendo dall'alto la città erano stati destinati alle abitazioni della agiata borghesia cittadina.

Castello Mackenzie

Il castello Mackenzie di Genova è un maniero situato nel quartiere residenziale di Castelletto, in prossimità di piazza Manin e della stazione del trenino di Casella. Si sviluppa su cinque piani ricoprendo una superficie di circa novecento metri quadrati, di cui seicento al piano terra e trecento al primo piano.

Censito come spazio per la cultura in occasione di Genova capitale europea della cultura 2004, nell'autunno 2006 è stato una delle sedi del Festival della Scienza.

I forti

Buona parte delle fortificazioni genovesi sono ancor oggi visibili e in alcuni casi anche visitabili. Alle principali, vanno aggiunte quelle, non menzionate nell'elenco, di San Martino, San Giorgio e San Giuliano nonché il bastione San Bernardino e le numerose batterie ancora presenti fra cui, quella più conosciuta, nota come la Batteria del Vagno:

Forte Belvedere (non più esistente)

Forte Crocetta

Forte Tenaglia

Forte Begato

Forte Sperone

Forte Castellaccio (Torre Specola)

Forte Puìn

Forte Fratello Minore

Forte Fratello Maggiore (demolito nel 1932)

Forte Diamante

Forte Quezzi

Torre Quezzi

Forte Ratti (o Forte Monteratti)

Forte Richelieu

Forte Santa Tecla

A salire, dalla Brignole, sulle alture del Righi si incontrano il Castellaccio (che ingloba anche la Torre della Specola), i forti Sperone, Begato e Tenaglia. Fuori dalle mura, sotto il Tenaglia, vi sono il Crocetta ed il Belvedere. A nord dello Sperone, procedendo verso località Trensasco, si incontrano, anch'essi fuori le mura, il Puìn, il Fratello Minore (il Forte Fratello Maggiore è stato demolito intorno al 1932) ed il Forte Diamante. Verso est, ovvero nella Val Bisagno, sono situate le fortificazioni di levante. Sulle alture di Marassi, inizia una vecchia strada militare che riunisce alcune fortificazioni (non collegate da mura, ma solo dalla strada e sentieri).

Dietro il Biscione si trovano Forte Quezzi con la Torre Quezzi, Forte Ratti, Forte Richelieu, Forte Santa Tecla. La vecchia strada militare si interrompe qui, ma fino agli anni venti proseguiva al Forte San Martino (vicino alla via omonima) ed al Forte San Giuliano (che si affaccia su corso Italia). Occorre considerare quindi come si sia in presenza di due differenti schieramenti, costituiti da fortezze vere e proprie e mura fortificate in grado di coprire un'ampia area da settentrione a levante.

Percorsi tra i forti

Primo percorso

Un primo tracciato articolato sulle mura vecchie trecentesche ha inizio dal ponente cittadino, pressappoco all'altezza della Lanterna, ovvero sulle alture del Belvedere nel quartiere di Sampierdarena ove sorgeva l'omonimo Forte Belvedere costruito fra il 1815 ed il 1825, oggi non più esistente (al suo posto sorge l'impianto sportivo Morgavi, un piccolo campo di calcio dove si disputano partite del campionato dilettanti). Resti della fortificazione furono adattati a batteria e, in parte, sono tuttora visibili proprio a fianco del campo sportivo.

In questa zona si trova invece ancor il forte Crocetta (situato a 160 m di altitudine a breve distanza dall'edificio del dazio) che fu edificato nel 1818 sui resti della omonima chiesetta.

Poco più in alto (alt. 217 m) si trova il forte Tenaglia che precede di poco il terzo fortilizio che si incontra lungo il percorso, ovvero il Forte Begato, situato a 475 m di altitudine e costruito dal Genio militare di Casa Savoia fra il 1818 ed il 1830 sulla base, secondo fonti peraltro incerte, come ricordato dallo storico e studioso del sistema fortilizio genovese Stefano Finauri, di strutture esistenti fin dal 1319.

Le prime notizie che si hanno sul Castellaccio si riferiscono effettivamente ad una torre edificata nel 1317 per ordine di d'Angiò ma subito demolita due anni dopo (1319) per costruire ex-novo una nuova fortificazione a difesa del partito guelfo.

L'ottagonale e adiacente Torre Specola fu innalzata ad opera dell'architetto militare Giulio D'Andreis pressappoco nel periodo cui fa riferimento lo storico Banchero, ovvero tra il 1817 ed il 1823, sul preesistente sito detto quadrato delle forche, luogo deputato, come è facilmente comprensibile dal nome, ad esecuzioni capitali.

Riscontri in questo senso si hanno nei rilievi effettuati dal Corpo Reale del Genio, mentre viceversa la struttura non compare sulle planimetrie fatte eseguire alla fine del Settecento dal colonnello Giacomo Brusco, ingegnere militare del Genio; sempre un disegno del 1818 mostra tuttavia la caratteristica facciata meridionale; una planimetria del 1823 riporta infine la pianta dell'edificio con il rilievo del terreno circostante. Questa documentazione è conservata presso l'Istituto Storico e di Cultura dell'Arma del Genio militare (ISCAG), a Roma.

Dopo l'annessione della Repubblica di Genova al Regno di Sardegna, il forte subì una radicale trasformazione tanto da rendere la zona su cui sorgeva una sorta di cittadella fortificata, quella città-fortezza prefigurata dalla collaudata fortificazione alla moderna, ideale luogo ove allestire una guarnigione utile sia per una difesa delle mura sia per controbattere a eventuali improvvise insurrezioni da parte della popolazione locale.

Un po' come accadrà, leggermente più a valle, con la costruzione del piccolo castello difensivo che ancor oggi dà il nome ad un quartiere residenziale cittadino, appunto, il quartiere di Castelletto a circonvallazione a monte.

Questo primo gruppo di forti è collegato tramite le Nuove Mura e sentieri al Forte Sperone, quello maggiormente conosciuto e accessibile, situato a 489 metri di altezza lungo la sommità del monte Peralto, oggi identificato comunemente come collina del Righi, dal nome della funicolare che collega l'altura al centro cittadino.

Forte Sperone ha la sua origine anch'esso in tempi antichi, ovvero alle prime decadi del 1300: ebbe come nucleo una fortificazione ghibellina che sorgeva accanto a dove si trova quella attuale e che portava il nome di Bastia di Peralto (di essa non rimane peraltro alcuna traccia).
Fu poi completato nel 1747 con l'edificazione di una caserma con abitazione per gli ufficiali, magazzini e polveriera (arricchita nel 1820 da tre torri) e di una adeguata recinzione resa possibile utilizzando le adiacenti mura nuove in pietra.

E' questa l'unica struttura ad avere avuto una utilizzazione massiccia in epoca moderna quale sede di spettacoli teatrali estivi per i quali vengono usate sia le aree all'aperto sia i vani interni.

Appena più in basso (alt. 362 m, sempre nella zona del Parco del Peralto) le mura rasentano il Castellaccio che per tre secoli, dal 1507 all'inizio dell'Ottocento fu lugubre sede di pubbliche esecuzioni per impiccagione.

Dalla sommità della collina del Righi si diramano i sentieri che segnano lo spartiacque fra i diversi gruppi di colline che si aprono a fianco della valle del Bisagno. A 508 m di altitudine il primo che si incontra è il Forte Puìn, una torre di struttura quasi cubica alta nove metri costruita fra il 1815 ed il 1830 dal Genio militare da cui è possibile godere di un'ottima vista panoramica.

Una ulteriore breve salita porta al vicino Forte Fratello Minore (alt. circa 622 m), costituito da una torre centrale di età napoleonica, opera del governo piemontese e valorizzato nel 1815 da un recinto murario nonché da un fossato, e ai resti di quello che fu il Forte Fratello Maggiore, una torre a pianta quadra posta poco più in alto e demolita in epoca fascista.

Il punto più elevato del sistema di fortificazioni (667 m) è il monte Diamante, dove sorge l'omonimo forte, appunto il Forte Diamante, costruito a partire dal 1756 sui resti di un'antica rocca difensiva della quale si hanno notizie a far data dal 1478.

Per finanziare la sua edificazione, articolata attorno ad una torre a forma cilindrica cui verranno poi aggiunte nel 1815 due ali, la famiglia dei nobili Durazzo offrì cinquantamila lire genovesi.

Secondo alcuni storici l'opera fu completata in due soli anni anche se tale dato non è suffragato da elementi certi; è da tenere conto che, con i mezzi dell'epoca, sarebbe stato molto difficile edificare un forte come il Diamante, situato su un'erta collina, in un lasso di tempo così breve, in condizioni climatiche assolutamente variabili, tenuto conto dell'ubicazione.

Secondo percorso

L'approccio del secondo percorso attraverso cui è possibile ancor oggi ridiscendere il corso delle mura fortificate di Genova, e insieme ad esse buona parte della storia cittadina, avviene al di là del torrente Bisagno, sulle alture di Quezzi.
Qui le fortificazioni, così come le mura, sono di epoca più relativamente più recente riferendosi al periodo di espansione della città oltre la valle del Bisagno. Procedendo sempre in direzione del levante cittadino il fortilizio successivo che si incontra è il Forte Richelieu, dal nome del Maresciallo di Francia Louis Armand du Plessis de Richelieu, comandante dell'esercito francese in Liguria, a lungo sede di ripetitori televisivi.

Il tour dei forti di Genova si conclude a quota 150 m di altitudine, fra la collina di Pianderlino e quella di San Martino, con il Forte Santa Tecla, edificato a partire dal 1747 sulla base di alcune strutture difensive (dette ridotte) poste a lato di una vecchia chiesetta che portava il medesimo nome.
La costruzione dei bastioni e del muro di cinta in terra fu completata fra il 1815 ed il 1833.

Mura di Genova

Il tracciato delle mura di Genova (in genovese Miâge de Zêna), ovvero i diversi percorsi che si sono succeduti nei secoli consentono oggi di ricostruire quella che fu la Genova del passato e di riconoscerne la dinamicità o staticità d'espansione in base alle diverse situazioni che la comunità genovese si trovò via via ad affrontare e dover risolvere.

Nella sua lunga storia, la città capoluogo della Liguria si dotò di sette cinte murarie a controllo delle quali furono create in tempi diversi robuste fortificazioni.

Spesso la costruzione della cinta difensiva si è avvalsa, per ragioni pratiche o logistiche, di strutture precedenti, anche utilizzando tratti dell'esistente acquedotto.

La nascita della città di Genova è databile tra il VII secolo a.C. ed il V secolo a.C.. In quest'epoca esisteva un piccolo centro fortificato alla sommità della collina chiamata oggi di Castello, il cui nome potrebbe essere ricondotto al Castellum (Castellaro) ligure, luogo di rifugio delle popolazioni circostanti.

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