Palazzi dei Rolli e centro storico di Genova

Palazzi dei Rolli e centro storico di Genova

Una sua vasta parte del centro storico genovese, racchiusa nel tratto delle cosiddette Strade Nuove (via Garibaldi, via Cairoli e via Balbi), dove sorgono i palazzi dei Rolli, è stata dichiarata dall'UNESCO il 13 luglio 2006 patrimonio mondiale dell'umanità.

I vicoli che si sviluppano particolarmente nella parte adiacente al porto antico, costituiscono una sorta di intricata casbah connotata architettonicamente in maniera non sempre unitaria e facilmente identificabile, con chiese di stile romanico, palazzi di gusto classico e neoclassico e costruzioni appartenenti alla cultura mediorientale, frutto di quel passato che portò i Genovesi ad operare nei principali porti del Mar Mediterraneo e sui campi delle crociate cristiane.

I Palazzi dei Rolli patrimonio dell'Umanità dell'Unesco

Con il termine Rolli di Genova, o più precisamente Rolli degli alloggiamenti pubblici di Genova, venivano indicate al tempo dell'antica Repubblica le liste dei palazzi e delle dimore eccellenti delle nobili famiglie che ambivano ad ospitare, sulla base di un sorteggio pubblico, le alte personalità in transito per visite di stato.

In tempi successivi le medesime abitazioni hanno ospitato viaggiatori illustri che includevano il capoluogo ligure nei loro Grand Tour culturali e/o turistico-economici.

I Rolli costituiscono un unicum dei palazzi più prestigiosi del centro storico genovese, specialmente lungo le antiche Strade Nuove (via Garibaldi, dove ha sede il Comune, già Via Aurea, e via Balbi, sede della cittadella universitaria).

Il 13 luglio 2006 quarantadue degli ottanta palazzi iscritti ai Rolli sono stati inseriti dalla speciale commissione UNESCO riunita a Vilnius (Lituania) fra i Patrimoni dell'umanità. Per il loro restauro sono stati spesi negli anni novanta circa 10 milioni di euro, con l'impiego di capitali pubblici e privati.

Il 20 gennaio 2007 è stata posta dall'UNESCO all'inizio di via Garibaldi una targa con la motivazione che inserisce la serie dei Palazzi dei Rolli fra i patrimoni mondiali dell'umanità:

«Le maggiori dimore, varie per forma e distribuzione, erano sorteggiate in liste ufficiali (rolli) per ospitare le visite di Stato. I palazzi, spesso eretti su suolo declive, articolati in sequenza atrio, cortile, scalone, giardino e ricchi di decorazioni interne, esprimono una singolare identità sociale ed economica che inaugura l'architettura urbana di età moderna in Europa.»

I rolli, termine derivato dalla parola rotoli, vennero costituiti a partire dal 1576 su disposizione del Senato della Repubblica aristocratica rifondata dal principe ed ammiraglio Andrea Doria, che attraverso la sua riforma costituzionale aveva instaurato il dominio oligarchico e il conseguente inserimento della sovranità genovese nell'orbita della Spagna.

La minuziosità con cui i Rolli furono ideati e compilati, solo pochi decenni dopo la grande ristrutturazione urbanistica decisa da Doria, che riguardò in particolare fra il 1536 ed il 1553 le mura trecentesche, costituisce ancora oggi una precisa e documentata testimonianza di quella che fu la Genova del "Secolo d'oro". Quella che era una città di armatori, mercanti e banchieri in grado di dare alla Repubblica marinara un ruolo di assoluta predominanza politico-commerciale sull'intero mar Mediterraneo, era anche un importante crocevia di prìncipi e sovrani, diplomatici e autorità ecclesiastiche.

Tuttora conservati nell'Archivio di Stato di Genova, i Rolli degli alloggiamenti pubblici erano suddivisi in bussoli (bussolotti) in base ai quali gli edifici erano catalogati in base al loro prestigio: il primo venne redatto nel 1576, e i successivi negli anni 1588, 1599, 1614 e 1664. In essi è catalogato l'insieme delle circa centocinquanta dimore che erano precettabili per ospitare i notabili; in buona parte sono palazzi ancor oggi esistenti, e sono gli stessi che hanno indotto ed inducono tuttora i critici a guardare alla Genova di allora come ad una «reggia repubblicana, vera contraddizione in termini, dietro a cui si spalancano orizzonti di storia abitativa e urbana, piuttosto che di sola architettura».

Le dimore iscritte nei Rolli si dividevano in tre categorie in rapporto alle dimensioni, bellezza e importanza e venivano destinate in base a questi criteri a ospitare cardinali, prìncipi e viceré, feudatari, ambasciatori e governatori. Ad ogni categoria era riferito un corrispettivo bussolo con i nomi dei proprietari destinati a concorrere all'estrazione a sorte per sostenere oneri ed onori delle visite ufficiali.

Solo tre erano i palazzi che potevano ospitare alti dignitari o comunque le più alte cariche ed erano le abitazioni di Gio. Batta Doria, a salita Santa Caterina, di Nicolò Grimaldi e Franco Lercari in Strada Nuova, l'attuale via Garibaldi già "Via Aurea". Nelle disposizioni dei Rolli si precisava che tali abitazioni erano riservate a «Papa, Imperatore re e legato Cardinali o altro Principe».

Scrive quasi trecento anni dopo Stendhal, quando l'uso dei Rolli era ormai caduto in disuso:

«Ho cercato di andare a visitare tre gallerie di quadri famosi in via Balbi. Siccome i proprietari hanno la bella abitudine di abitare negli appartamenti dove sono i quadri, bisogna ripassare diverse volte; e spesso l'impazienza che desta in me il rifiuto altezzoso dei valletti mi toglie la gioia davanti ai quadri. I ricchi di Genova occupano quasi sempre il terzo piano per poter vedere il mare. I gradini delle scale sono di marmo ma quando, dopo aver salito cento di quei gradini, un valletto, dopo avervi fatto aspettare un quarto d'ora viene a dirvi: "sua eccellenza è ancora nella sua stanza, ripassi domani", è permesso avere uno scatto d'umore, soprattutto quando si deve ripartire la sera...»

Se il celebre scrittore non nasconde la sua stizza per la mancanza di ospitalità da parte di certo patriziato genovese, è altresì da notare come la consapevolezza di disporre di un patrimonio d'arte e urbanistico di assoluto valore fosse tale da indurre gli abitanti più potenti ed influenti della Genova di allora a organizzare un vero e proprio censimento dello status abitativo, non solo e non tanto per definirne inequivocabilmente i limiti di proprietà, ma anche per meglio organizzarne un adeguato utilizzo.

Il centro storico

Il centro storico di Genova è uno tra i più grandi d'Europa (misura circa quattrocentomila metri quadri), e per molti aspetti anche uno fra i più decadenti a causa dell'incuria e del forte tasso di inquinamento, sebbene sia attualmente in corso una lenta ma importante opera di bonifica.

La sua struttura urbanistica, nella parte più antica, articolata com'è in un dedalo di piazzette e stretti caruggi, unisce una dimensione medioevale a successivi interventi cinquecenteschi e barocchi (piazza San Matteo e la vecchia via Aurea, oggi via Garibaldi).

Resti delle antiche mura secentesche sono visibili tuttora nei pressi della cattedrale di San Lorenzo, luogo di culto per eccellenza dei genovesi.

Simboli della città sono la Lanterna (alta 117 m) antico e svettante faro visibile in distanza dal mare (oltre 30 km), e la monumentale fontana di piazza De Ferrari, recentemente restaurata, cuore pulsante e vera e propria agorà cittadina.

Meta turistica per eccellenza è anche l'antico borgo marinaro di Boccadasse, con le pittoresche barche multicolori, posto come a sigillo della elegante passeggiata che costeggia il Lido d'Albaro, e rinomato per i suoi famosi gelati.

Appena fuori dal centro, ma ancora parte dei trentatré chilometri di costa compresi nel territorio comunale, si trovano Nervi, naturale porta d'accesso alla Riviera ligure di levante e Pegli, naturale porta d'accesso alla Riviera ligure di Ponente.

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