Bandiera di Genova

Storia della Liguria

Gli antichi Liguri si stanziarono sul litorale mediterraneo dalle foci del Rodano a quelle dell'Arno, ma successivamente le migrazioni celtiche, come pure le colonizzazioni di Fenici, Greci e cartaginesi, ridussero l'estensione delle terre occupate dai Liguri.

La parola Ligure / Liguria fu assegnata a questo popolo prima dai Greci, poi dai romani e ha il significato di luogo paludoso o acquitrino.

La Liguria costiera è sottomessa ufficialmente dai romani soltanto durante il II secolo a.C., con varie sacche autonome che, date le caratteristiche del territorio, resisteranno al diretto controllo centrale ancora per qualche decennio.

In età classica centri importanti sono Genua, Savo, Vada, Albium Intemelium, Albium Ingaunum, Lunae.
Con la caduta dell'Impero romano dopo il V secolo si ebbe la devastazione da parte dei barbari (Eruli e Goti).
La Liguria tornata libera sotto i Bizantini dopo le guerre gotiche ebbe una breve ripresa che duro fino alla conquista longobarda del re Rotari del 641. Dopo i Franchi la Liguria è divisa attorno al X secolo in tre zone (marche): l'arduinica, l'aleramica e l'obertenga.
Successivamente sarà Genova ad affermarsi e via via a formare la futura Repubblica di Genova.

Il periodo storico più importante per la regione è il basso medioevo, con apice dalla metà del XIII secolo alla metà del XIV secolo.
La storia ligure in età medioevale va ricercata al di fuori della terraferma, piuttosto marginale per una comprensione ed uno studio d'insieme. In sintesi, la storia medioevale dei Liguri va cercata fuori dalla Liguria.
Essa si sviluppa, a partire dalla prima crociata, attorno alle attività esplorative prima e commerciali poi delle famiglie e degli alberghi per lo più genovesi, interessando comunque la vita degli individui di tutto il territorio regionale.

La forza economica della Repubblica marinara di Genova si manifesta con un impero coloniale ante litteram in senso fortemente e strettamente economico, con basi politiche fatte da una fitta rete di accordi politico-commerciali in tutto il mar Mediterraneo ed il mar Nero; dense sono le presenze mercantili liguri da Gibilterra sino all'Asia centrale, con testimonianze documentate in una miriade di porti e crocevia commerciali.

Gli albori delle marinerie reali inglese, spagnola e soprattutto francese hanno radici nella scuola ligure, con la chiamata di maestranze dalle Riviere atte a formare maestri d'ascia e arsenali indipendenti. La Liguria si è distinta altresì in epoca mercantile e tardo medioevale per i suoi esploratori (come i fratelli Vivaldi, Leon Pancaldo, Lanzerotto Malocello, Antoniotto Usodimare, secondo recenti studi Giovanni Caboto, oltre ovviamente al più noto Cristoforo Colombo) e ammiragli (in primis Benedetto Zaccaria, poi Ansaldo De Mari, Oberto Doria, Oberto Spinola, sino ad Andrea Doria).

Sulla terraferma Genova prende gradualmente il controllo della maggior parte della Liguria, fino alla caduta dell'ultima città rimasta formalmente libera, Savona, nel 1528. Con la fine del mondo coloniale concomitante all'avanzata ottomana (caduta di Bisanzio nel 1453 e di Caffa nel 1475), inizia una nuova era. Il periodo che va da Carlo V / Andrea Doria sino agli inizi del XVII secolo, El siglo de los Genoeses, è caratterizzato dal potere finanziario dei banchieri genovesi e dai prestiti alla Corona di Spagna. A Seicento inoltrato inizierà un una nuova e diversa lunga decadenza che si protrarrà per tutto il Settecento, sino al periodo napoleonico e alla Rivoluzione industriale, momento della rinascita.

A seguito dell'invasione francese delle truppe di Napoleone nel 1797, la Repubblica di Genova diventa Repubblica Ligure e poi viene annessa al territorio francese. La caduta del Bonaparte coinciderà con la fine dell'indipendenza della regione: dopo l'effimera Repubblica Genovese, del 1814, il Congresso di Vienna decreterà, malgrado i disperati tentativi diplomatici del Senato di salvare l'indipendenza e malgrado la ferma contrarietà popolare, l'annessione all'inviso Regno di Sardegna, da sempre in conflitto con il potere dogale. L'annessione ai Savoia, sancita dal Congresso di Vienna e diventata operativa il 7 gennaio 1815, fu illegittima perché avvenuta in violazione dello stesso scopo per il quale fu convocato il Congresso, ovvero ristabilire le sovranità esistenti prima dell'anno 1797 e per la ferma contrarietà del legittimo e sovrano governo della Repubblica di Genova. Tale illegalità non fu mai sanata da alcun plebiscito di annessione né al Regno di Sardegna né al Regno d'Italia, plebisciti che, invece, furono fatti votare alle altre regioni italiane. Nessuna inutile quanto irresponsabile azione politico/militare verrà intrapresa a seguito di questa decisione, per la palese mancanza di uomini e mezzi della disarmata Repubblica di fronte alle potenzialità belliche dei piemontesi e delle forze internazionali presenti a Vienna.

Prima di lasciare Palazzo Ducale, i governanti genovesi emanarono il seguente Proclama:

«Informati che il Congresso di Vienna ha disposto della nostra Patria riunendola agli Stati di S.M. il Re di Sardegna, risoluti dall'una parte a non lederne i diritti imprescindibili, dall'altra a non usar mezzi inutili e funesti, Noi deponiamo una Autorità che la confidenza della Nazione e l'acquiescenza delle principali Potenze avevano comprovata.

Ciò che può fare per i diritti e la restaurazione de' suoi popoli un Governo non d'altro fornito che di giustizia e ragione, tutto, e la nostra coscienza lo attesta e le Corti più remote lo sanno, tutto fu tentato da noi senza riserva e senza esitazione. Nulla più dunque ci avanza se non raccomandare alle Autorità Municipali, Amministrative e Giudiziarie l'interino esercizio delle loro funzioni, al successivo Governo la cura delle truppe che avevamo cominciato a formare, e degl'impiegati che han lealmente servito: a tutti i Popoli del Genovesato la tranquillità, della quale non è alcun bene più necessario alle Nazioni. Riportiamo nel nostro ritiro un dolce sentimento di riconoscenza verso l'Illustre Generale che conobbe i confini della vittoria, e una intatta fiducia nella provvidenza Divina che non abbandonerà mai i Genovesi.

Dal Palazzo del Governo, li 26 dicembre 1814
Firmatari: Gerolamo Serra, Presidente del Governo e i senatori Francesco Antonio Dagnino, Ippolito Durazzo, Carlo Pico, Paolo Girolamo Pallavicini, Agostino Fieschi, Giuseppe Negrotto, Giovanni Quartara, Domenico Demarini, Luca Solari, Andrea Deferrari, Agostino Pareto, Grimaldo Oldoini.»

Termina in questo modo una storia millenaria di autonomo governo repubblicano. In età risorgimentale l'apporto dei liguri (Giuseppe Garibaldi, Giuseppe Mazzini, Goffredo Mameli, per non citarne che alcuni) sarà determinante per la formazione del Regno d'Italia.

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