Palazzo Ducale d Genova

Palazzo Ducale

Il Palazzo Ducale di Genova (storicamente conosciuto come Pâxo, contrazione dell'antico termine genovese Parâxo) è uno dei principali edifici storici cittadini. Già sede del dogato dell'antica Repubblica, è attualmente uno dei principali poli museali del capoluogo ligure.

Lasciato in abbandono per lungo tempo, e adibito a sede degli uffici giudiziari prima della costruzione negli anni settanta del nuovo palazzo di giustizia di Portoria, ha visto completare il suo restauro in occasione delle Colombiadi del 1992 con cui vennero commemorati Cristoforo Colombo ed il cinquecentenario della scoperta dell'America.

Ospita al piano nobile, importanti mostre d'arte, dibattiti e convegni (organizzati nelle sale affrescate del Maggior e del Minor Consiglio) e, nei cortili e porticati, negozi e punti di ristoro.

La storia

1251-1275 - Viene costruita la torre del palazzo Fieschi, attualmente inglobata nel palazzo Ducale.
1291 - Acquisizione da parte del Comune di case dei Doria fra San Matteo e San Lorenzo e avvio della costruzione di un palazzo per la sua Istituzione.
1294 - Il palazzo di Leonardo Fieschi viene acquisito dal Comune e inglobato nella costruzione del nuovo palazzo.
XVI secolo, anni novanta

Progetto di Andrea Ceresola detto il Vannone per la ristrutturazione del palazzo Ducale.
XVII secolo - Nella Cappella Ducale, affreschi di Giovanni Battista Carlone (1655) e Domenico Fiasella.
1777 - Incendio e ricostruzione del palazzo in stile neoclassico.
1797 - Proclamazione della Repubblica Ligure e abbattimento delle statue di Andrea e Giannettino Doria.
XIX secolo - Affreschi di Giuseppe Isola e demolizione della Cortina e del passaggio per la chiesa di Sant'Ambrogio e costruzione delle testate delle due ali (progettista Ignazio Gardella).
1940-45 - Danni a causa dei bombardamenti aerei.
1990-1992 - Attuale restauro e risistemazione (progettista architetto Spalla).

La costruzione del palazzo avvenne alla fine del Duecento, in un momento di grande splendore dell'antica repubblica marinara. Al periodo medievale risale anche una parte della Torre Grimaldina che venne sopraelevata nel 1539.

Allo stesso periodo risale l'ampliamento del palazzo che solo a partire dalla fine del Cinquecento fu riedificato con l'adozione di cortili che ancor oggi sono una delle parti più spettacolari dal punto di vista architettonico dell'intero complesso.

Nel 1777 una parte dell'edificio venne distrutta da un incendio. La ricostruzione della facciata, in monumentale stile neoclassico, e dei saloni interni, venne assegnata a Simone Cantoni, architetto ticinese, fratello dell'architetto civico di Genova, Gaetano Cantoni, con la partecipazione dell'architetto Giacomo Maria Gaggini di Bissone.

Nella sollevazione popolare che nel 1797 condusse alla proclamazione della Repubblica Ligure, vennero abbattute le due statue di Montorsoli rispettivamente di Andrea Doria e Giannettino Doria.

Nella torre Grimaldina, allora prigione, venne imprigionato Jacopo Ruffini, che qui si suicidò per non tradire gli amici. In sua memoria è posta la lapide con l'iscrizione:

«Consacrò queste carceri il sangue di Jacopo Ruffini / mortovi per la fede italiana - 1833»

La Torre mantenne la sua funzione carceraria per tutto il secolo, e sin oltre ancora nel primo Novecento. Da essa passarono detenuti politici e non, tra i quali gli arrestati del tentato moto del giugno 1857. Con l'apertura della Carrettiera Carlo Alberto nel 1835 (corrispondente alle attuali via Gramsci e via San Lorenzo), venne demolita la cortina che chiudeva le ali laterali del palazzo in modo da serrare in un cortile chiuso la facciata di Simone Cantoni. Le ali laterali tagliate dall'intervento furono ripristinate con due facciate progettate da Ignazio Gardella.

Ancora nel XIX secolo la costruzione della centrale piazza De Ferrari - con la famosa fontana che campeggio al suo centro - rese necessaria l'ideazione di una apposita facciata (quella che oggi è considerata la principale) ed un'entrata alternativa rispetto a quella che si protende sulla piazza Matteotti.

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