Teatro Chiabrera

Teatro Chiabrera

Il teatro viene inaugurato il primo Ottobre del 1853 con l'"Attila" di Giuseppe Verdi diretto dal maestro Luigi Fabbrica.

Principalmente teatro d'opera per tutta la seconda metà dell'Ottocento, prevedeva una stagione di prosa in Autunno e una d'opera a Carnevale, per non meno di 60 recite complessive.

Ha ospitato cantanti illustri tra i quali: Mc Cormack, Giani, Gruitz, Caruzzi Bedogni, Toti del Monte, Tito Schipa, Renata Scotto.

Oltre alle rappresentazioni liriche si sono alternate le più importanti compagnie di prosa dell'Ottocento, come la Lambertini, la Maieroni, la Papadopoli la Santoni.
Il Novecento ha visto il susseguirsi di artisti del calibro di Salvini, Novelli, Zacconi, Ruggeri, Picasso, Ricci, Moissi, Benassi, Govi, Cervi, Eduardo De Filippo.

Un primo restauro del 1954, terminato nove anni dopo, interromperà la programmazione.

L'ultimo restauro, dall'Aprile 2002 al 22 Ottobre 2005, ha interessato il completo rifacimento degli impianti, degli arredi e dei decori ed il restauro della volta interessata dal distacco dell'affresco verificatosi nell'Ottobre del 1999.

Struttura

Il Teatro Comunale Chiabrera è generalmente considerato il più bel teatro storico in funzione della Liguria.

Il progetto dell'architetto Carlo Falconieri, approvato dall'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, è stato realizzato in circa tre anni a partire dal 1850.

L'edificio ha un altezza di 23 metri sino al vertice del frontone e una profondità di 57 metri, con la facciata che ha un portico esterno sorretto da 4 colonne doriche di marmo e altrettante superiori in cemento e marmo di stile ionico che sorreggono un frontone triangolare.
Nel timpano è raffigurato il poeta Gabriello Chiabrera nell'atto di presentare il poema "Amedeide" al Duca Carlo Emanuele I di Savoia.
Il bassorilievo è opera dell'artista savonese Antonio Brilla su bozzetto del genovese Santo Varni.

Sopra il timpano è posto un Apollo Citaredo dell'artista savonese Giobatta Frumento.
Quattro statue ornano la facciata e rappresentano Rossini e Metastasio (in alto) realizzate dal savonese Antonio Brilla e Alfieri e Goldoni (in basso) realizzate a Carrara rispettivamente da Giuseppe Rocchi e Ceccardo Ludovici su modelli in gesso di Santo Varni.

La sala è "all'italiana", con 4 ordini, 3 dei quali originariamente a palchetti (62 in totale) e, a seguito del primo restauro, rasformati in balconate.
Ha una capienza di 626 posti (312 in platea e 314 nei quattro ordini), circa 350 in meno di quelli originari.

La volta è divisa in 8 spicchi e affrescata con figure allegoriche rappresentanti le otto arti della tradizione classica: Tragedia, Commedia, Poesia, Musica, Danza, Pittura, Architettura e Scultura.
Medaglioni realizzati dal pittore genovese Carlo Danielli su bozzetti di Gaetano Borgocaratti di Mondovì completano la volta.

Il sipario storico, dell'artista Borgocaratti, che rappresentava la deificazione da parte delle Muse del Chiabrera, è andato distrutto in un incendio nel 1883.
Anche il secondo sipario, rappresentante lo sbarco di Cristoforo Colombo in America realizzato dal genovese Michele Bruno su bozzetto di Borgocaratti, bruciò in quel rogo.

Il palcoscenico di legno con assi amovibili è di circa 14 metri per 14, sovrastato dalla graticcia in acciaio a circa 19 metri.

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